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Anzio, Nettuno, Pomezia e il Circeo nella lettera che Laura Betti scrisse a Pasolini

 

di Eros Razzano 

Novembre è il mese del silenzio e dei ricordi, le assenze si fanno più presenti. Oggi, 50 anni fa, il 2 novembre 1975, veniva barbaramente ucciso il poeta, scrittore, regista e intellettuale friulano Pier Paolo Pasolini. Aveva un legame fortissimo con Roma. La casa dove visse si trovava nel quartiere di Casal de’ Pazzi, a pochi passi da Rebibbia. La piccola abitazione accolse Pasolini e la madre, tra il 1951 e il 1954, gli anni in cui l’intellettuale insegnava in una scuola a Ciampino e scriveva “Ragazzi di vita”. Pier Paolo Pasolini frequentava molto anche le Città di Nettuno ed Anzio. Ieri sera in un Teatro romano è stata letta per la prima volta questa lettera inedita scritta da Laura Betti, amica di Pasolini, attrice di tanti film che abbiamo amato, da “Novecento” di Bernardo Bertolucci a “Teorema” di Pier Paolo Pasolini. L’ha scritta Laura Betti, nel 1976, qualche mese dopo la morte del Poeta. Tra l’altro vi è scritto: “Ti prego parla più forte. A volte la tua voce è esile, spenta, come, come se tu volessi arrenderti, come se tu fossi stanco. Non mi lasciare mai Pier Paolo, mai… Tu parlami, rispondimi, rimani con me, se rimani con me io ti porto il sole. II sole che ami io te lo porto e ci starò anch’io sotto il sole… E poi, se rimani con me, all’improvviso – “com’è bella l’avventura!” – ti porterò ad Anzio e ti aspetterò in macchina mentre fai una partitella in riva al mare … e poi a Nettuno e a Pomezia e li guarderemo a lungo i ragazzetti coi foruncoli, le magliette e i riccioli fitti e duri, i denti cariati e crudeli e le mani, le mani senza infanzia, mani grosse, con grosse vene, mani dure, mani che vorrebbero ricordare il lavoro dei nonni, dei padri e invece ricordano la borsetta strappata, il vetro spaccato, la radiolina, il gesso appoggiato alla lavagna, inerte… Poi torneremo di corsa, alle due, al Circeo, nella villa a strapiombo sul mare, per l’ora di colazione… Perché è proprio lì che sto per tornare così potrò rimanere con te, ma sola. C’è troppa gente, qui intorno, a Roma. A Roma ormai fa freddo per te, troppo freddo. C’è gente pazza che pensa che non ci sei. C’è gente che non sa nulla della pazzia. Non potrò però preparare – e non me lo chiedere – il breakfast con Mozart per farti aprire gli occhi su una giornata zeppa di scorrazzate e programmi e poesie e articoli e romanzi… Questo non lo farò mai più. Per nessuno”.

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