‘Ndrangheta ad Anzio e Nettuno, oggi si insediano le Commissioni di indagine nei Comuni

Dopo il terremoto provocato dalla cosiddetta “Operazione Tritone”, che ha portato all’arresto di 65 persone con l’accusa principale di associazione a delinquere di stampo mafioso, le infiltrazioni della ‘ndrangheta nei Comuni di Anzio e Nettuno, finiscono sotto la lente d’ingrandimento della Prefettura di Roma

Si insedieranno questa mattina presso i Comuni di Anzio e Nettuno le commissioni di indagine nominate dal Prefetto di Roma Matteo Piantedosi.

Per il Comune di Anzio: Vice prefetto aggiunto Giovanni Borrelli, il tenente dei carabinieri Francesco Colucci comandante della quinta sezione nucleo investigativo ed Fabiana Cretì capitano della Guardia di Finanza del nucleo di Polizia economica finanziaria di Roma.

Per quanto riguarda il Comune di Nettuno la commissione è composta: dal vice prefetto Maria Paola Suppa, dal maggiore della Guardia di Finanza Ambrogio Di Napoli comandante della Compagnia della GDF di Nettuno e del Capitano Saverio Valente del nucleo operativo radiomobile della Compagnia Carabinieri di Anzio.

Commissioni di indagine che per i prossimi tre mesi si occuperanno di condurre accertamenti su eventuali legami tra gli amministratori locali e la criminalità organizzata.

Nel mirino ci sono il rilascio di autorizzazioni, la preparazione di bandi di gara e l’assegnazione di appalti in settori che vanno dalla scuola alla sanità, dai rifiuti alle concessioni balneari. Per gli inquirenti a spianare la strada è stata la droga, ingenti quantitativi di cocaina che fluivano verso il litorale e che hanno portato guadagni e potere utilizzati per chiedere alla politica appalti e assegnazioni in cambio anche di voti alle amministrative.

Le indagini della Dda e dei carabinieri, corroborate da numerose intercettazioni, hanno scoperchiato un sistema che potrebbe travolgere l’intera sistema amministrativo e politico dei due Comuni del litorale: ai commissari del Prefetto, che opereranno di concerto con le forze dell’ordine, il compito di accertare eventuali influenze della ’ndrangheta.

Sostegno dell’opera di magistratura e forze dell’ordine arriva dalla società civile che ha deciso di rispondere a quanto emerso dall’inchiesta “Tritone” organizzando una manifestazione ad Anzio per il 26 febbraio all ore 11 con lo slogan di “Il silenzio è mafia”, organizzata dalla Rete No Bavaglio Lazio, da giornalisti e da decine di associazioni, gruppi, sindacati decise a dimostrare che “Anzio e Nettuno non sono questo. Anzio e Nettuno non appartengono alle mafie. Tutti sono invitati a partecipare per dire No a tutto questo”.