Comunicato
Si è tenuto sabato 5 marzo, in piazza Roma, il sit-in organizzato da Aprilia Libera contro l’escalation di rifiuti e di impianti devastanti di trattamento rifiuti nel territorio di Aprilia, nel corso del quale i residenti di Sacida, hanno raccontato cosa significhi vivere con un impianto di trattamento tra le abitazioni.
Ringraziamo le associazioni La Città degli Alberi, Grillini Apriliani, Cittadini Pentastellati, Arcaica Civitas, Alternativa Sostenibile dei Castelli Romani, i No-INC di Albano, Italia Nostra dei Castelli, il Comitato di quartiere Tre Confini, il Circolo Apriliano Rifondazione Comunista e una rappresentanza di Unione Borgate. Un grazie particolare al Consigliere Regionale Marco Cacciatore, Presidente della commissione Urbanistica, politiche abitative, rifiuti della Pisana,
impegnato su altri fronti, che ci ha mostrato la sua vicinanza sui social con un messaggio molto dirimente.
È stato un bellissimo e toccante parterre a sfilare al microfono, che ha illustrato da più approcci le varie criticità che ruotano intorno ai Rifiuti e affrontato il disastro collaterale dell’assenza di opere primarie nel quartiere Sacida. Per la qual cosa è stata lanciata una Petizione.
Un puntuale intervento, quello di apertura di Carmen Porcelli della Città degli alberi, che ha ricordato la delibera di C.C. 71/2012, che sanciva che: «autorizzare l’ampliamento dell’impianto TBM avrebbe garantito alle casse del Comune incassi certi (benefit) e che quegli introiti sarebbero stati investiti per realizzare le opere primarie nel quartiere Sacida. Sappiamo che dal 2016 il privato non versa più il benefit nelle casse del Comune, ha smesso ad un certo punto di versarli contestando la Regione Lazio che aveva deciso il ristoro. In questi giorni, la Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile le questioni di legittimità sollevate da RIDA sull’art. 29 della Legge Regionale n. 27 del.1998 – la stessa legge che ha istituito il cosiddetto benefit ambientale. Il sindaco di Aprilia si è detto soddisfatto, sappiamo che l’amministrazione comunale ha proceduto con un primo pignoramento nei confronti della società proprietaria dell’impianto TBM, purtroppo nessuna garanzia è stata data sull’impiego di quel denaro. Si tratta complessivamente di dieci milioni di euro».
«Un quartiere abitato, a vocazione agricola, rischia di perdere definitivamente la sua identità, ma anche noi tutti oggi rischiamo di ipotecare irrimediabilmente il nostro futuro: dopo aver lasciato Sacida senza servizi primari, è stata consentita l’espansione di siti industriali, senza vigilare sulla salute dei residenti, con la prospettiva di un ulteriore mega-impianto di produzione e raffinazione di rifiuti per combustibile. Se fosse approvato il nuovo progetto per realizzare un CSS, si passerebbe dalle attuali 409.000 tonnellate annue di rifiuti lavorate dal TBM a 900.000 tonnellate annue “trattate”, per un totale di circa 1.800.000 tonnellate di rifiuti “movimentate” tra le abitazioni.
L’obiettivo è che cittadini e istituzioni trovino insieme una soluzione. La rottura che vorremmo oggi è quella con un metodo, cioè illudere i cittadini che è non chiedendo che si ottiene, ma standosene “zitti e buoni” che si riuscirà ad avere. A noi non sembra sia proprio così: questa modalità ha portato piuttosto le persone ad essere diffidenti con le istituzioni e con i propri vicini, a chiudersi in casa – e non solo perché l’aria è irrespirabile – a non riuscire a immaginare neanche un futuro migliore. A togliere loro anche la speranza. Anche per questo la protesta di oggi è importante: i cittadini che subiscono i disagi provocati dalla cattiva gestione del territorio hanno al loro fianco altri cittadini, che forse all’apparenza non vivono la loro realtà, ma nella solidarietà sentono il bisogno di essere responsabili gli uni con gli altri anche nelle difficoltà e nella lotta contro le disparità».
A seguire, gli interventi dei residenti su Inquinamento luminoso, Rischio Incidente Rilevante, Traffico rifiuti/ecoballe/elicottero, Emissioni, Miasmi, Rumori, Soprusi sui residenti, Patrimonio culturale. Impatti e insalubrità degli impianti trattamento rifiuti, Patologie – illustrate dal dott. Angelo Casciano.
È risultato evidente, come illustrato da Gianlorenzo, che IL PRINICIPIO DI PROSSIMITÀ È STATO SCAVALCATO DAL PRINCIPIO DEL PROFITTO. Non considerato l’effetto domino di un eventuale incidente, né considerati gli esiti dell’inchiesta della commissione parlamentare sull’attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti: secondo il direttore ARPA Lazio, il maggior problema connesso ai TMB
è quello della stabilizzazione dei prodotti, che in nessun caso rispetta il valore limite.
Uno spaccato storico-culturale di notevole interesse anche quello illustrato dall’archeologa Sonia Modica, assessore ai Beni Culturali di Ardea, che ha puntato l’attenzione alla tutela di un territorio particolarmente ricco, come Campoverde, di testimonianze di postazioni Longobarde, emergenze che rischiano di essere cancellate da edilizia selvaggia ed edilizia industriale. Manca un piano di gestione del territorio sostenibile. Campoverde era un millenario centro storico che andrebbe
valorizzato sia sul piano culturale, che della fruibilità turistica, per insistere sulla rotta dei Longobardi e sulla rotta di Enea. Peraltro, quasi avamposto di confine tra la tradizione bizantina (Ardea) e quella Longobarda. Occorrerebbe effettuare un accordo tra i comuni per tutelare, con una DMO (destination managment organization), – come la DMO che è stata da lei proposta (DMO ‘Visit Lazio Latino) sulla fascia costiera che comprende i Comuni di Pomezia, Ardea, Anzio, Nettuno, Latina, e intermedia, in cui cadono Cisterna, Aprilia e Campoverde -, per la gestione del turismo e per tutelare un territorio ricco di testimonianze di grande rilevanza, ed elevare Campoverde come monumento che merita, come quello sulla Campagna Romana, di un decreto ministeriale focalizzato sui rinvenimenti di reperti di tradizione Longobarda, tutto intorno al Borgo di San Pietro in Formis
(capitelli manufatti di pieve di età medievale, e strutture ipogee o ad opus reticolatum e Ager Romanus Antiquus di età imperiale e tardo imperiale; e prima ancora necropoli e stipi votive ancora più antiche, di periodo omerico), con una continuità di insediamento unica. Purtroppo, per questo territorio non si sta facendo nulla al fine di valorizzare questo patrimonio storico-culturale, ma è importante conoscerlo e farlo conoscere ai cittadini (chiamati per legge a decidere sulla pianificazione) per poterlo preservare.
Interessante anche l’intervento di Peppe dei NoInc, che sottolinea l’assurda ostinazione da parte della Regione Lazio a continuare ad autorizzare tipologie di impianti obsolete, impattanti, insostenibili, quali TMB/DISCARICHE, INCENERITORI, BIOGAS, BIOMETANO, e in assoluto contrasto con le direttive europee. Sintetizzando, nemmeno il Piano regionale dei rifiuti, per quanto carente,
è rispettato: Roma, che differenzia niente, sta tappezzando di rifiuti tutte le periferie, vedi la discarica di Cerroni di Roncigliano, riaperta senza nemmeno l’autorizzazione AIA. Tutto è strumentalmente fatto in deroga a ogni norma, sulla pelle della popolazione!
Infine, elenchiamo le domande rivolte dai residenti ai nostri amministratori attraverso i cartelli esposti:
• Sindaco, sei con noi o contro di noi?
• La legge non è uguale per tutti: sanzionate noi e ci fate abbattere le tettoie abusive, mentre
a Rida sono 10 anni che nessuno fa demolire la vecchia palazzina uffici, come da prescrizione AIA?
• Sindaco, perché nel 2020 hai innalzato le soglie del rumore a Sacida, inglobando le nostre case nella “Zona Industriale Temporanea” di Rida? Per il principio di reciprocità, anche noi
abbiamo quindi carta bianca per trasformare la destinazione d’uso agricolo in altro!
• Le nostre vite valgono più dei loro profitti.
• O le nostre vite o i suoi TBM e CSS.
• Sindaco, perché non hai espresso parere sanitario negativo al rinnovo AIA del TBM?
• A quando la dichiarazione di AREA A RISCHIO CRISI AMBIENTALE?
• Sindaco, cosa hai fatto per il Risanamento della Qualità dell’Aria?
• Vogliamo più tutele!
• Considerato il fatto che Sacida Selciatella-Campoverde sono all’interno della zona di.attenzione in caso di Incidente Rilevante e che Rida è sul margine della Zona di Danno dell’impianto RIR: o sono state fatte adeguate valutazioni di compatibilità dei 3 stabilimenti (Recordati, ABBVIE e RIDA) con il Borgo di Campoverde e i quartieri Sacida e Selciatella?
o Sono stati individuati tutti gli elementi di VULNERABILITÀ nell’autorizzazione Rida?
Il sit-in si è concluso con l’impegno, tra le varie associazioni venute dal fuori, a coordinarsi con le tante realtà cittadine che versano in condizioni analoghe ad Aprilia (Civitavecchia, Guidonia, Albano,
Colleferro, Pontina…), per unire le forze e spingere la Regione a rispettare le direttive, le norme, la transizione non più procrastinabile, a fronte del disastro ambientale a cui stiamo andando incontro.
Nel Lazio non esiste un solo impianto tradizionale e di concezione obsoleta, come i TMB, le discariche, i biogas e gli inceneritori, che sia stato riconvertito in un impianto di recupero! Solo rinnovi, ampliamenti ed autorizzazioni ingiustificabili di impiantistica insostenibile!
Ass. APRILIA LIBERA (DALL’INQUINAMENTO, DAL CONSUMO DEL SUOLO, DALLE MAFIE DEI
RIFIUTI, DAI VELENI,…)