E’ stata presentata questa mattina, nella sede della Federazione nazionale della Stampa italiana, la campagna internazionale “La mia voce per Assange” promossa da un comitato formato da Paolo Benvenuti, Daniele Costantini, Flavia Donati, Giuseppe Gaudino, Laura Morante, Armando Spataro, Grazia Tuzi, Vincenzo Vita – che ha accolto l’appello lanciato dal Premio Nobel per la pace, Adolfo Pérez Esquivel, per reclamare la liberazione di Julian Assange. “La liberazione di un giornalista assurdamente detenuto per aver avuto il coraggio di denunciare crimini di guerra e gravissime violazioni dei Diritti Umani rappresenta un imperativo categorico per difendere un essenziale principio di libertà e per ridare ruolo e valore ad un’informazione davvero libera e indipendente”.
“Il segreto di stato non può essere invocato per coprire dei veri e propri crimini contro l’umanità perché di questo si tratta.- ha detto nel suo intervento l’ex Pm Armando Spataro– Assange è colpevole di aver diffuso attraverso wikileaks documenti e video che non danneggiano la sicurezza delle istituzioni americane. Estradare Assange, dal Regno Unito agli Stati Uniti, perché ha esercitato il suo diritto dovere di informare, con notizie riprese da altri giornali americani, comporta dei rischi gravissimi per la sua persona”.
La campagna è sostenuta da Fnsi, Anac (Associazione Nazionale Autori Cinematografici), Articolo 21, Aamod (Archivio Audiovisivo del movimento operaio e democratico) e dalla Rete NoBavaglio – Liberi di essere informati / Diritti Ambiente Solidarietà, che in un comunicato inviato al Comitato, scrive: “I media hanno il diritto-dovere di informare la collettività” Con queste parole di Assange, come giornalisti, operatori dell’informazione e della comunicazione, e come attivisti per i diritti umani e civili vogliamo ribadire l’importanza di una informazione indipendente e pluralista ancora più fondamentale in tempo di guerra dove i media diventano armi di propaganda per condizionare l’opinione pubblica e per giustificare tante morti di innocenti. Invitiamo tutte e tutti dunque a essere in piazza, il 5 novembre, rilanciando le parole di Julian Assange che paga la colpa di aver denunciato gli orrori della guerra e per questa ragione viene trattato come un criminale”.
Oltre a Vincenzo Vita che ha presentato la conferenza stampa, sono intervenuti: Grazia Tuzi, Marco Tarquinio, Stefania Maurizio, Gianni Barbaceto, Alberto Negri, Riccardo Noury.
Julia Assange è nel mirino della giustizia americana per aver diffuso 500 mila documenti coperti da segreto, molti dei quali relativi alle attività belliche Usa in Afghanistan e Iraq, Assange da tre anni è detenuto nella prigione di massima sicurezza di Belmarsh, la cosiddetta “Guantanamo di Londra”, in quello che è l’ultimo capitolo di una lunga saga giudiziaria che ha fatto sorgere complessi interrogativi sui confini tra libertà di stampa e sicurezza nazionale.