Nettuno. Al Trafelli “il Chicoria” sprona i ragazzi a non buttare via la vita

Il noto artista rapper agli studenti “è male avere droga e soldi nel cervello”

Mattinata all’insegna della musica rap e dell’arte come mezzo per riparare agli errori che si possono commettere nel corso della vita soprattutto quando si è adolescenti. Oggi infatti l’aula magna dell’Itis trafelli di Nettuno ha ospitato Armando Sciotto in arte “il Chicoria”. Il rapper, nato nella periferia romana, con un passato nel carcere di Regina Coeli con l’accusa di spaccio, dopo aver scontato la condanna, si riabilita e scrive un libro, vende disegni… trasforma la sua vita mettendosi al servizio di chi rischia di perdersi nella droga e nei soldi facili. Chicoria ha infatti intrapreso un percorso d’impegno sociale, che lo ha portato a dialogare con gli adolescenti  nelle scuole di tutta Italia al fine di spronarli ad agire positivamente per costruire il proprio futuro.

“Come rapper faccio musica dal 2003- ha detto nel suo intervento- Ho scritto un libro “dura lex” : la legge non è uguale per tutti. Ho fatto errori e vorrei che voi non li faceste, per questo mi pongo nei vostri confronti come un fratello maggiore”.

“Nella mia via non ho mai smesso di fare bagaglio culturale con tutto quello che, via via, la  vita mi insegnava. Siate curiosi di apprendere, di impare a fare le cose che più vi piacciono. La vita insegna 24 ore al giorno per 365 giorni l’anno. Quello che voglio dimostrare è che più immagazzini cose nel cervello più cose saprai fare nella vita”. “Usate il telefonino non per farvi degli stupidi selfie, ma per avere più informazioni e imparare più cose”.

Il Chicoria, ha spiegato la differenza tra droghe e droghe, ha parlato di come è facile cadere nel giro dello spaccio, di come questa catena che parte da chi vende un grammo di erba, poi su sempre a livelli più alti con quantità maggiori, fino ad arrivare ad arricchire chi sta in cima alla piramide: un mafioso un camorrista uno ‘ndranghetista, che sfrutta i suoi enormi guadagni illeciti per commettere altri reati come l’usura, lo sfruttamento della prostituzione o corrompere i politici.”

Una lezione di vita quella di Armando Sciotto che ha coinvolto emotivamente le centinaia di ragazzi che partecipano al progetto “Il carcere entra a scuola..la scuola entra in carcere” ideato e realizzato con grande impegno e passione dalle professoresse Alessandra Valenza, Daniela Porfido e Ilaria Venir, supportate sempre dalla dirigente scolastica dott.ssa Sabrina Zottola.