Parlare di mafie, in due Comuni sciolti per infiltrazioni mafiose, nella giornata nazionale dedicata alla memoria e all’impegno delle vittime innocenti delle mafie. Il tema è stato affrontato questa mattina in una conferenza al Liceo Chris Cappel di Anzio. Invitati a confrontarsi sull’argomento dalla Dirigente Dott.ssa Daniela Pittiglio: Il Prefetto Antonio Reppucci presidente della Commissione prefettizia del comune di Nettuno e in collegamento video il Sostituto procuratore Antimafia di Palermo Rita Fullantelli, progetto realizzato grazie all’impegno della Prof.ssa Roberta Pascali.
In questa giornata-ha detto nel suo intervento il Prefetto Reppucci– ricordiamo persone note ed importanti e persone meno note che hanno perso la vita per mano di efferati criminali. Ricordiamo Falcone Borsellino, Livatino, Cassarà e a il personale delle scorte. Ma anche le donne di mafia che poi si sono riscattate e liberate da quella morsa delle famiglie mafiose e che per questo sono state uccise. Anche ad Anzio e Nettuno c’è bisogno di un risveglio delle coscienze, per riscattare l’onore di queste due cittadine. Per questo- ha aggiunto- occorre fare rete tra: associazioni, scuole, parrocchie, famiglie e istituzioni per compiere una svolta. La mafie camorra ‘ndrangheta ecc sono un problema che riguarda le coscienze individuali e collettive cioè l’intera società”.
Il Magistrato Antimafia Rita Fullantelli nel suo intervento ha parlato dell’importanza dei collaboratori di giustizia, che svelano al magistrati le trame e le ramificazioni delle cosche, “la legge in merito segna un salto nel sistema giudiziale dello stato, questa legge purtroppo è stata approvata soltanto dopo le stragi di mafia. Falcone Borsellino erano un problema per cosa nostra. La mafia pensava che uccidendo i magistrati la lotta alla mafia si sarebbe indebolita. Ma così non è stato, altri magistrati e altri esponenti delle forze dell’ ordine hanno preso il loro posto nella lotta al crimine”. Rispondendo ad una domanda degli studenti ha detto: “Le intercettazione sono uno strumento fondamentale per la lotta alla mafia e al crimine, ora la politica cerca di bloccarle. È chiaro che l’intercettazione serve per il processo, non per la divulgazione pubblica è anche vero che tutti hanno diritto ad essere informati ma non quel che riguarda la vita privata dei soggetti intercettati”.