“Perché tu eri sempre stato una promessa più che una persona”
Ho sempre avvertito l’importanza della comunicabilità emotiva dentro e fuori la famiglia, credendo che i legami forti avessero come prima linfa vitale, le parole.
I silenzi giacciono in meandri interiori con calce e spatola, pronti a costruire muri, troppo spesso invalicabili e creano recinzioni dentro le quali potremmo sentirci protetti ma è solo un illusione della mente, che prova a dirci che nei silenzi ritroviamo la consolazione di non aver sfasciato legami importanti, sottraendoci però dal vero ruolo delle parole, quello di poter leggere la relazione, capirla, ed eventualmente curarla.
Francesco Zani, in Parlami edito da Fazi Editore, ci regala un esordio delicato e potente, doloroso e intriso di amore, protagonista sono appunto le parole, quelle non dette.
Come fosse un diario, racconta quello che avviene all’interno di una famiglia di Cesenatico, padre che dal nulla diventa un imprenditore con i “Bagni Beatles”, una madre scontenta, mai soddisfatta che si chiude nell’alcol mentre lavora duramente nella cucina dei Bagni Beatles, due fratelli, il più grande capace di codificare quei silenzi, soprattutto del fratello più piccolo, detto Gullit, chiuso in un mondo tutto suo, anima fragile, in preda a forti attacchi di panico.
Equilibri precari, amore sconfinato, perdite e la certezza che se negli anni questa famiglia avesse trovato il coraggio di parlarsi, di raccontarsi, molte cose sarebbero andate diversamente.
Ma le famiglie sono anche questo, una cloaca di non detti e sottintesi spesso non interpretati.