HomeAttualitàIn poche parole, “Di madre in figlia” il libro di Concita De...

In poche parole, “Di madre in figlia” il libro di Concita De Gregorio

“Hai fatto quello che potevi, madre. Non ce l’ho con te. Hai fatto del tuo meglio. Ti cercavo nella luna e ti trovavo.”

Che bel regalo mi sono fatta leggendo queste pagine, un racconto corale che ti fa sorridere a voce alta e ti porta dove sei già stata, possibilmente anche in terapia!
Concita De Gregorio con “Di madre in figlia”(Feltrinelli), ci dona un romanzo che racconta di donne, una spirale di donne, per me che sono cresciuta in una casa con nonna, mamma e tre sorelle, la lettura di questo libro non è stata proprio una passeggiata.
Tre generazioni a confronto, alla ricerca di conforto, di capire quanto la cura sia effettivamente rimedio o veleno e che forse l’ascolto attento e misurato è un’immensa forma d’amore.

Le famiglie sono il più grande inganno dei nostri tempi, accettarlo è di per sé già un inizio di salvezza, ma bisogna passarci attraverso, toccare le storie di chi ci ha messo al mondo, provare a sentirne il dolore e la gioia, senza alcuna forma di giudizio.
Quanto è difficile? Tantissimo. Togliere a chi ci ama l’ombra genitoriale, svestirli e renderli solo esseri umani, con le loro/nostre, più autentiche fragilità, questo dovremmo imparare a fare. Per amarci di più, capirci di più e idealizzare meno.
Tutti vorremmo essere Marilù, libera, senza ganci emotivi apparenti, bella, sopra le righe, un’anima bambina e ribelle, che sceglie un’isola, non a caso, per completare la sua esistenza.
Molte della mia generazione sono Angela, bambine adultizzate perché avevano madri-figlie come Marilù, quindi ora sono/siamo donne iper controllanti, che devono sgomitare in un mondo pieno di uomini che ci vorrebbero meno indipendenti e con lavori che ci portano spesso a scegliere tra carriera e famiglia.
Cosa abbiamo generato?
Adè. Una meravigliosa sedicenne, fragile agli urti della vita, iper connessa e con una testa che brulica notte e giorno.
Adolescenti ansiogeni, che non si riconosco in un’identità sia sociale che personale, forse più liberi ma anche più impauriti.
Ogni generazione ha creato uno stile, un punto di rugiada personale, facendo ciò che meglio poteva, l’unico vero motore, a mio avviso, è sentire l’amore, al resto ci pensa la vita.

Era ciò di cui avevo bisogno.

*Le notizie del quotidiano inliberauscita sono utilizzabili, a condizione di citare espressamente la fonte quotidiano inliberauscita  e l’indirizzo https://inliberauscita.it

 

 

Redazione
Redazionehttp://www.inliberauscita.it
Periodico telematico di informazione fondato il 16 giugno 2011 Registrazione presso il tribunale ordinario di Velletri n°12/2011

Ultime Notizie