Il ministro leghista dell’Interno questa volta approfitta di un’intervista rilasciata alla testata cattolica «La nuova bussola quotidiana» per tornare a parlare di famiglia. Il pretesto è offerto dalla modulistica necessaria per la carta d’identità elettronica. «La settimana scorsa mi hanno segnalato che sul sito del ministero dell’Interno, sui moduli per la carta d’identità elettronica c’erano ’Genitore 1’ e ’Genitore 2’ – ha detto -. Ho fatto subito modificare il sito ripristinando la dizione ’madre’ e ’padre’. E’ una piccola cosa, un piccolo segnale, però è certo che farò tutto quello che è possibile al ministro dell’Interno e che comunque è previsto dalla Costituzione. Utero in affitto e orrori simili assolutamente no», conclude.
In realtà le cose stanno in maniera un po’ diversa da come le descrive il ministro. La dizione usata sui moduli non è ’Genitore 1’ e ’Genitore 2’ – termini utilizzati in passato da alcune amministrazioni per non discriminare le famiglie omosessuali con due padri o due madri -, bensì moto più semplicemente ’1° Genitore’ e ’2° Genitore’, dicitura simile ma profondamente diversa nel significato.
Comunque sia sul sito del ministero la modifica viene fatta prontamente, senza però scrivere ’madre’ e ’padre’, come chiesto da Salvini, bensì semplicemente ’Genitore’. La stessa definizione che del resto è già presente nell’ultima pagina delle carte di identità cartacee, là dove è indicato se il documento del minore è valido oppure no per l’espatrio.
«La famiglia, la nostra priorità. Grazie Matteo Salvini», scrive su Facebook Lorenzo Fontana ministro della Famiglia.
“Salvini con un atto amministrativo prova a cancellare nei fatti migliaia di famiglie arcobaleno. Non passerà. Anni di conquiste sociali e civili non saranno spazzate via dalla propaganda di un troglodita che temporaneamente occupa il Viminale”. Lo scrive su twitter l’onorevole Arturo Scotto, dirigente nazionale di Leu.
Dura la reazione delle famiglie Arcobaleno. ” Salvini – dice la presidente Marilena Grassadonia – continua ad essere lontano dalla realtà. In Italia ci sono tantissime famiglie con figli che hanno due mamme o due papà, riconosciute da sentenze di tribunale. E’ una realtà sociale che deve essere riconosciuta anche dalla realtà amministrativa e burocratica. Inserire in un modulo vecchie diciture quando gli uffici stanno dando dignità a tutte le realtà è solo un’affermazione propagandistica e ideologica. Ed è imbarazzare commentare queste iniziative del ministro dell’Interno quando i nostri figli hanno ormai quasi 18 anni”.