Appello a unità dei partiti, sindacali e società civile dei Comitati No Ad per salvaguardare l’unità del Paese: questo scellerato progetto può essere fermato
L’approvazione da parte del Consiglio dei ministri di ieri del DDL sull’Autonomia differenziata segna un salto di qualità concreto mai visto sulla strada della divisione del Paese, della rimessa in
causa dei diritti universali uguali per tutti e tutte, dell’esistenza della Repubblica per come è uscita dalla Liberazione e per come è definita nei principi fondamentali della Costituzione.
Dopo anni di discussioni, ipotesi, pre-intese, progetti messi avanti ma mai realizzati, siamo ora di fronte ad un’accelerazione che pone tutte le forze politiche e sindacali che hanno a cuore l’unità della Repubblica e la difesa dei valori costituzionali di fronte ad una nuova responsabilità.
La Meloni e Fratelli d’Italia – la forza politica che, a partire dal suo stesso nome, basa la propria esistenza e il proprio programma su precise rivendicazioni di carattere nazionalistico – hanno abbassato la testa e, pur di mantenere integri gli equilibri del Governo e procedere, con tutti gli alleati, verso il proprio progetto di presidenzialismo – hanno consentito al passaggio del ddl
Calderoli, tenendo così fede allo scambio concordato in campagna elettorale.
Fratelli d’Italia, la Lega, Forza Italia, per calcoli politici elettoralistici e per convinzione, hanno dunque oggi detto chiaramente che intendono andare fino in fondo.
Se qualcuno si illudeva fino a ieri che attraverso il dialogo, facendo leva sulle contraddizioni delle forze di governo, cercando di “limitare i danni”, il governo si potesse fermare, oggi ha la risposta.
E tuttavia, questo governo osa approvare il DDL proprio mentre nel Paese, finalmente, le voci si levano contro l’AD, la gente comincia a prendere coscienza del pericolo – anche se in modo ancora
insufficiente – mentre diversi costituzionalisti, esponenti del mondo dell’economia, della cultura,
della scienza, dell’arte, del giornalismo lanciano l’allarme.
Benché possa contare sui voti della maggioranza, questo scellerato progetto può essere fermato, ma non certo solo in Parlamento: solo una mobilitazione di massa, che porti in piazza centinaia di migliaia di cittadine e cittadini, può imporre il ritiro di questo DDL, lo stop al governo.
Noi che fin dal 2019 abbiamo lanciato l’allarme, ribadiamo con forza ciò che ci ha portato ad unirci a tante forze associative, politiche e sindacali nel Tavolo NOAD: è responsabilità delle organizzazioni sindacali e politiche, ognuno per la forza che ha e può mettere in campo, unirsi e organizzare questa
mobilitazione, fare di tutto per il ritiro del DDL, prima che sia troppo tardi.
Noi ci appelliamo a tutti e tutte: il dibattito che finalmente si è aperto nel Paese crea le condizioni per costruire questa mobilitazione, ma non c’è un minuto da perdere: uniamoci per
costruirla, organizziamoci affinché sia la più forte possibile”.