È stato eseguito dalla Squadra Mobile di Roma e di Foggia, coadiuvate dalla Squadra Mobile di Trieste, un provvedimento di fermo emesso dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma nei confronti di Antonio Fratianni, imprenditore edile foggiano gravemente indiziato, quale esecutore materiale, di tentato duplice omicidio commesso a Nettuno il 2 marzo scorso nei confronti di Antonello Francavilla ritenuto al vertice della «società foggiana» la «Quarta mafia» e del figlio 15enne.
Fratianni, 56 anni, irreperibile sul territorio italiano all’atto di emissione del provvedimento di fermo, lo scorso 2 agosto, subito dopo aver varcato il confine italiano, è stato rintracciato a bordo di un veicolo mentre transitava sull’autostrada A4 Torino-Trieste e fermato all’altezza dello svincolo di Duino (TS). Il gip del Tribunale di Trieste, a seguito di convalida del fermo, richiesta dalla Procura del capoluogo friulano competente per territorio, sabato 6 agosto ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere.
A quanto si apprende dalle indagini il movente del duplice tentato omicidio di Nettuno si cela dietro una importante somma di denaro, circa 600 mila euro che Fratianni avrebbe dovuto restituire ad Antonello Francavilla. Puntuali riscontri sono emersi anche dalle risultanze dei rilievi tecnici effettuati durante il sopralluogo della polizia Scientifica, nonché dal contrasto della versione dell’accaduto fornita da Francavilla con le dichiarazioni rese da alcuni testimoni.
Quel giorno di marzo, Francavilla e il figlio, sono stati oggetto di numerosi colpi di arma da fuoco all’interno di un’abitazione a Nettuno in via Greccio 14, dove Altavilla era sottoposto agli arresti domiciliari. L’attività d’indagine avviata dalla Squadra Mobile capitolina e dall’omologo ufficio investigativo di Foggia, con il coordinamento della Dda di Roma, ha consentito di ricondurre l’episodio ad ambienti criminali foggiani e di individuare in Antonello Francavilla l’obiettivo principale dell’agguato, accertando l’accidentalità del coinvolgimento del figlio.
Il fermo di Fratianni è una costola dell’operazione con cui il 21 luglio scorso gli agenti hanno arrestato sette persone tra cui l’altro boss, Emiliano Francavilla ritenuto al vertice del clan Sinesi-Francavilla, perché avevano progettato di uccidere la sera del 26 giugno proprio l’imprenditore edile foggiano. Agguato poi sventato grazie al tempestivo intervento della polizia. Nei loro confronti la Squadra Mobile di Foggia ha eseguito un provvedimento di fermo disposto dalla Dda di Bari, poi convalidato dal gip, su richiesta della Procura della Repubblica di Foggia, competente per la procedura di convalida, che ha anche emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per i delitti di tentato omicidio, porto e detenzione illegale di armi, tentata estorsione e detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente del tipo cocaina, tutti aggravati dal metodo e dalla finalità mafiosa.