Roma. La verità riguardo la cattura del cinghiale di villa Carpegna

LE VERITA’ RIGUARDO LA CATTURA DEL CINGHIALE DI VILLLA CARPEGNA

AnimaLiberAction prende le distanze da quanto accaduto ieri all’interno di Villa Carpegna, a Roma.
Ecco i fatti. Nella tarda mattinata di domenica siamo stati avvisati, da alcuni volontari, di una situazione di emergenza: un cinghiale era stato chiuso in un campetto di calcio adiacente alla suddetta villa.
Alcuni nostri attivisti si sono recati sul posto ma da subito sono emersi, oltre alle difficoltà di carattere organizzativo, anche logistico e sulla improvvisazione delle operazioni di salvataggio.
Doveroso chiarire gli accadimenti.
La polizia locale, già dalla mattina, si è mostrata molto collaborativa per consentire la cattura ai volontari evitando la medesima sorte dei cinghiali dell’Aurelio (soppressi nel parchetto di Mario Moderni, ndr). Tuttavia il funzionario dei vigili ha manifestato, poco dopo, grandi perplessità, per la mancanza degli effettivi mezzi da parte della sig.ra Paola Samaritani che si era offerta di gestire la cattura.
Mancavano due cose essenziali: il mezzo di trasporto e la gabbia contenitiva, arrivati entrambi solo verso le 16.
Oltre a ciò ha lasciato tutti perplesso il fatto che durante le operazioni si è fatto il nome del Rifugio Hope, come luogo d’accoglienza, senza che tuttavia la proprietaria del rifugio Corinna, fosse stata avvisata e avesse confermato la sua disponibilità. Fortunatamente Corinna è stata, per puro scrupolo, chiamata dal nostro presidente Gianluca Bisogno, evitando un trasporto inutile che avrebbe forse anche messo a repentaglio tutto il piano di salvataggio.
Dopo non poche difficoltà è stata trovata, di ripiego, una fattoria didattica di Trigoria.
Oltre alle complicazioni tecniche si sono aggiunti anche i lunghi tempi di attesa : ogni qualvolta che la Sig.ra Paola Samaritani si allontanava, essendo per la Polizia Locale il referente di questa operazione si salvataggio, tutte le operazioni venivano sospese, talché perfino un suo impegno personale ha generato uno slittamento delle operazioni di ben due ore.
Motivo per cui il salvataggio si è poi concluso la sera, perché non è stato permesso a nessun altro di proseguire negli interventi.
Ci dispiace rilevare come in tutta questa situazione sia mancata la trasparenza della Samaritani la quale si dichiarava di intervenire a titolo personale, essendo lei estranea da ogni appartenenza con associazioni animaliste.
Abbiamo poi tutti appreso dal suo video e dalla sua voce che lei è responsabile fauna selvatica Leidaa che ricordiamo essere un’associazione fondata dal suo attuale presidente, on.
Michela Vittoria Brambilla
.
Insomma dopo una lunga ed estenuante giornata fatta di trattative, liti e dubbi sull’esito positivo, il cinghiale viene messo in salvo e alle ore 20 il furgone si allontana.
Ma non ci spieghiamo le dinamiche che hanno accompagnato questa vicenda.
Ringraziamo pubblicamente l’intervento di
Daniele Diaco
in qualità di presidente della commissione Ambiente di Roma Capitale; il veterinario Dott. Alan Risolo della ASL che, giunto sul luogo, ha permesso il trasporto dell’animale e la dirigente delle guardie zoofile Claudia Cioccarelli.
Ringraziamo altresì l’associazione
EARTH ODV
per aver fornito sia il mezzo che la gabbia permettendo l’effettiva cattura del cinghiale e tante altre associazioni presenti: la LAV, l’assoc. ARIEL, Made in Bunny Odv, la LNDC, Animalisti Italiani, Zero Specismo, Comitato Tutela Diritti Animali, AVCPP e PAI.
Ribadiamo la nostra presa di distanza con le modalità di salvataggio attuate che hanno messo a rischio lo sforzo e le speranze di tanti.
Salvare un animale è una questione delicata e richiede attenzioni, preparazione e buon senso.
Si è riusciti nel salvataggio grazie alla collaborazione di tutti.
L’individualismo deve essere accantonato in nome di un bene superiore, quello della vita degli animali.
Nessuno per quanto avvenuto ieri può arrogarsi il diritto di prendersi dei meriti esclusivi.
Ed é spiacevole leggere che qualcuno, invece, lo abbia fatto, dimenticandosi che li eravamo in tanti e in tanti abbiamo lavorato e collaborato.
Sarebbe stato apprezzabile che la Leidaa ne avesse dato atto.
Noi di AnimaLiberAction abbracciamo un’altra visione di attivismo, l’individualismo e l’ego non possono banchettare sulla pelle degli animali.

Lavinia Nobile/Ufficio Stampa
AnimaLiberAction