Colgate Palmolive, senza Green Pass si mangia in spazi aperti esposti a vento e pioggia

Tanta rabbia e tristezza da parte dei lavoratori privi di Green Pass della Colgate Palmolive, che denunciano un trattamento poco dignitoso da parte della multinazionale americana. Tutto nasce da quando il Governo ha di fatto equiparato le mense aziendali ai ristoranti, quindi, chi sprovvisto della certificazione verde, non ha avuto più accesso ai locali mensa.

Il Governo ha messo le aziende di fronte ad un impegno gravoso, da un lato l’ordine di impedire l’accesso alla mensa dei dipendenti senza certificato verde, dall’altro l’obbligo, sancito nei contratti nazionali di categoria, di fornire un pasto decente alle maestranze.

In alcuni casi, prese alla sprovvista da provvedimenti lampo, alcune aziende hanno improvvisato. Eclatante il caso di alcuni magazzini dell’Ikea che ad agosto hanno visto i dipendenti mangiare in spazi aperti seduti per terra. Ma per l’appunto, ci trovavamo ancora nel mese di agosto, in piena estate. La bella stagione è finita, con l’inverno alle porte e le ultime giornate di pioggia si riscontrano i primi disagi che pongono dubbi sulla salubrità degli ambienti predisposti dall’azienda.

” Abbiamo accettato i provvedimenti fatti dal Governo consapevoli delle conseguenze alle quali andavamo incontro. Mai però pensavamo, dopo tanti anni di impegno e serietà verso la Colgate, di essere trattati come lavoratori di serie B. Nonostante le raccomandazioni fatte dai sindacati interni per allestire un luogo dignitoso per consumare il pasto che non sia troppo diverso e soprattutto meno salutare rispetto a quello di tutti gli altri lavoratori, le richieste non sono state prese in considerazione. È da settimane che mangiamo sotto dei gazebo installati alla meglio, con guano, piume di piccioni e conseguente maleodore; senza parlare del contenuto dei lunch box che prevedono esclusivamente panini con salumi, alla faccia delle tante iniziative millantate in tema di salute e benessere. Siamo lavoratori anche noi ed il nostro impegno non è diverso da tutti gli altri. È una questione di rispetto e dignità che riteniamo calpestata dall’azienda. Negli ultimi giorni abbiamo anche rischiato tanto visto lo scoppio di un temporale e il posizionamento del gazebo sotto gli alberi. Sappiamo tutti quanto sia pericoloso e nonostante la richiesta di un luogo riparato ci hanno lasciato sotto la pioggia, qualcuno ha mangiato negli spogliatoi vicino ai bagni. Scriviamo queste righe con rammarico perché non si può per anni sostenere dei valori e, alle prime difficoltà, vediamo girarci le spalle. In questi mesi di Covid siamo sempre stati presenti a lavoro ed i risultati in termini di produttività parlano chiaro. Abbiamo contribuito anche noi, nonostante oggi non abbiamo il Green Pass. Non meritiamo questo trattamento”.