Anzio. Il porto, i “giorni importanti”, quello che dobbiamo sapere

L’ultimo annuncio sul porto, dopo quelli dei bandi e dei lavori imminenti, campeggia nella home page del Comune di Anzio. Anche stavolta, sembra fatta e i lavori dietro l’angolo. Sarà così? Difficile.

Alla realizzazione del bacino da parte della Capo d’Anzio – che si limita a gestirlo – ho smesso di credere da tempo dopo un’infatuazione per la quale ho chiesto scusa. Troppe le cose che non vanno, né si può immaginare che ogni volta sia “un giorno importante” come leggiamo nella nota.

Lo era l’avvento di Marconi e della sua Italia Navigando (via Gianfranco Fini ) con De Angelis sindaco la prima volta, salvo scoprire poi che la società non era pubblica ma l’ingegnere aveva già il 3% delle quote. “Siamo stati truffati“, ha detto in campagna elettorale lo stesso De Angelis quando ho avuto modo di ricordarglielo.  Ma nulla abbiamo fatto, dopo averlo scoperto.

Il suo predecessore, nel 2014, aveva detto rispondendo proprio a lui in consiglio comunale “parola d’onore caccio Marconi“. Dieci giorni dopo firmava la “road map” che potete leggere qui. Per questo non è la prima volta che “parte pubblica e parte privata della Capo d’Anzio, trovano e formalizzano un comune accordo per la realizzazione del nuovo Porto“. E’ la prima della gestione del presidente Marchetti, forse era più corretto dire così.

Così come, ci si accorda oggi ma in Tribunale si è ancora “avversari” per il capolavoro italico della scissione di “Italia Navigando”, con la quale Marconi si è ritrovato dieci porti come liquidazione della sua attività nella società. Nessuno chiese il parere di Anzio, Marconi non ha mai rispettato i patti parasociali che firmò da rappresentante di Italia Navigando sui soldi da trovare entro un anno dalla concessione (anzi, li ha disconosciuti), tra affidare l’incarico all’avvocato Cancrini, fare causa e rendere noto il parere è stato anteposto perfino il “segreto di Stato” a Marco Maranesi – oggi consigliere di maggioranza – che chiedeva quel documento. Abbiamo agito tardi e male. Ora si attende la sentenza.

Da senatore, De Angelis, presentò una interrogazione  ma la risposta fu che era tutto regolare. L’ingegnere, del resto, aveva e ha copertura politica molto ampia.

Era “un giorno importante”  la firma dell’accordo di programma, quindi una concessione che la Capo d’Anzio ha dal 2012 inutilmente. E sono stati spacciati come “giorni importanti” ora la demolizione dello Splash down, ora la “cacciata” degli ormeggiatori che Bruschini votava in assemblea e smentiva quando li incontrava in Comune prendendosela con Luigi D’Arpino messo lì proprio in virtù dell’accordo politico tra lui e De Angelis. Lo era anche la gara promessa dall’ex presidente Ciro Alessio Mauro che ha almeno rimesso in sesto dal punto di vista normativo le vicende societarie.

Molto è avvenuto mentre De Angelis, di lotta e di governo rispetto all’amministrazione Bruschini, era in consiglio comunale. Adesso è sindaco e quale socio di maggioranza, in rappresentanza con quel 61% dei cittadini di Anzio, teoricamente ancora proprietari del porto, deve spiegare meglio quello che sta accadendo. Soprattutto  questo “regalo” di Marconi (che continuo a pensare presenterà, alla fine, un conto salatissimo) e i 20 milioni di euro di finanziamento dei quali parla “il Granchio” nell’edizione in edicola. Ero rimasto ai 10 di Igea Banca (potete leggere qui )  e Bruschini ovviamente non rispose.

Vediamo se De Angelis è davvero la discontinuità. Non è a me che deve la risposta, ma ai cittadini dei quali rappresenta il 61% delle quote nella Capo d’Anzio. Ah, già che c’è, se volesse rispondere pure sulla storia dei parcheggi affidati agli eredi di “Malasuerte” dalla società controllata dal Comune… Grazie!

Fonte http:// giovannidelgiaccio.wordpress.com/