“Negli ultimi giorni, Aprilia è al centro dell’attenzione dei media nazionali per un peggioramento della situazione epidemiologica e per la scelta del Sindaco – di concerto con le autorità sanitarie – di ripristinare l’obbligo all’uso della mascherina anche nei luoghi all’aperto.
È in questo contesto che il mio nome è comparso su alcune testate, nell’ambito della sospensione disposta dalla ASL di Latina per i medici che non si sono ancora sottoposti alla vaccinazione anti-Covid19.
Mi sembra per questo doveroso offrire alcune precisazioni, anche alla luce del mio ruolo come medico di famiglia e come consigliere comunale.
Vorrei chiarire innanzitutto che non sono un medico novax, come invece ho letto su diversi articoli di giornale o su alcuni siti di informazione. La scelta di non sottopormi alla vaccinazione contro il Covid19 è dovuta fondamentalmente alle mie condizioni di salute: sto approfondendo e facendo degli accertamenti, esattamente come farebbe qualsiasi paziente in situazioni simili a quella in cui mi trovo.
Fino alla sospensione, ho sempre effettuato di persona la vaccinazione per i miei pazienti. Dunque, non corrispondono al vero ricostruzioni secondo le quali io sarei contraria ai vaccini in generale e a quello contro il Coronavirus.
In questi anni non mi sono mai risparmiata nella lotta contro la pandemia, come possono testimoniare anche alcune iniziative di cui mi sono fatta promotrice. Tra queste, mi piace menzionare i test rapidi alla ex Claudia, nel febbraio scorso, somministrati dai medici di medicina generale e resi possibili dalla disponibilità dell’Amministrazione comunale.
Anche in questi giorni, ho provveduto ad assicurare continuità al servizio dell’attività ambulatoriale, di concerto con la direzione ASL, per non arrecare disagi ai miei assistiti.
Condivido le scelte dell’Amministrazione comunale, continuo a prestare la massima attenzione a questo virus e raccomando a tutti i cittadini – come medico e anche come cittadina – di continuare ad avere la massima prudenza.
Quando ai dati sulla campagna vaccinale tra i cittadini di nazionalità romena, vorrei specificare che ad oggi, la comunità romena è meno numerosa di quanto lo fosse prima ed è costituita da pochissimi anziani, molti soggetti di età medio bassa e soprattutto giovani e bambini non ancora inclusi nel programma vaccinale antiCovid. Tutto ciò spiega il perché di un numero apparentemente esiguo di vaccinazioni.
In conclusione, spero che questa attenzione mediatica aiuti il nostro territorio a focalizzarsi sulle criticità che attraversano in questo periodo il sistema sanitario locale, non ultima la carenza di medici di medicina generale nella nostra Città, che chiede un intervento urgente da parte delle istituzioni competenti. È proprio attraverso un sistema sanitario efficiente e capillare che è possibile fronteggiare emergenze gravi come quella che stiamo subendo da quasi due anni. Credo che questo sia un elemento fondamentale, da tenere in considerazione.