“Non è un mistero facile da sciogliere, la nudità”
Dove pensiamo voglia condurci Un animale innocente di Letizia Pezzali per Einaudi, è tutto il contrario di dove ci condurrà.
È vero che racconta il desiderio e l’eros, è vero che racconta una passione sfrenata tra Vanda, 45 anni, agente assicurativo in cerca di una vacanza relax, e Ben, 23 anni, massaggiatore dentro il resort dove alloggia Vanda.
È vero anche che oltre quella sessualità manifesta e divertita, anche divertente perché Letizia Pezzali parla direttamente ai lettori, si nasconde un malessere soffuso che col dipanarsi della storia si accende sempre di più.
È la storia di un trauma, della sua rimozione, di un tempo passato e di una morte dimenticata. Vi chiederete come sia possibile, eppure davanti a qualcosa di così tanto traumatico, la rimozione può avvenire.
Partiamo con l’eros e con il desiderio, che come animali indomiti si muovo dentro di noi, scatenano ogni impercettibile impulso vitale, riuscire ad ascoltarli e assecondarli ci rende quasi immortali, consegnare all’altro qualcosa che ci appartiene nelle nostra più profonda intimità è quasi un atto di espropriazione, sappiamo che li rimarrà per sempre.
La differenza di età è davvero così ingombrante? L’eros si muove per vibrazioni, non per carta d’identità e Vanda questo lo ha capito sulla sua pelle così come ha imparato che il desiderio ha come compagno la repulsione, siamo spesso attratti da qualcosa che respingiamo.
Infine il trauma e la rimozione, un padre suicida, la paura di cadere preda dello stesso DNA, trovarsi a un millimetro dal baratro e scegliere di salvarsi mettendo a rischio un’altra vita.
L’animale innocente sono tutti quelli che hanno chiesto salvezza e lo hanno fatto come meglio hanno potuto.
