Sono passate le rituali feste di fine d’anno che hanno, momentaneamente, messo da parte questioni di carattere e interesse più generale ritagliando per tutti uno spazio temporale da dedicare a se stessi e ai propri cari. I problemi, però, riemergono tutti nella loro brutale crudezza costringendoci a ritornare a riflessioni, anali e impegni doverosi. Molti, prima della suddetta pausa, hanno ritenuto opportuno, forse anche giustamente, tracciare un bilancio dell’anno appena trascorso e, riferendomi alla nostra realtà cittadina, ovviamente anche dell’azione dell’amministrazione comunale. Anche noi siamo stati tentati di farlo e l’avremmo fatto comunque evidenziando i limiti, le carenze le scelte sbagliate e ingiuste della maggioranza. Ma questo, come tante altre valutazioni pubbliche politiche, attiene ad un certo stanco rituale della politica che lascia il tempo che trova. Vorremmo, invece, che iniziassimo il nuovo anno con una serie di proponimenti e di analisi su come, secondo noi, dovrebbe essere impostato il lavoro di una qualsiasi amministrazione che si trovi a dover gestire, rappresentare e decidere per una comunità piccola o grande che sia, ma, in questo caso ovviamente, riferita alla nostra città. L’attuale maggioranza è stata premiata dal voto sul suo voler essere considerata altro rispetto i partiti tradizionali, sposando un civismo in cui potersi ritrovare con esperienze e provenienze diverse. Il tempo ci ha dimostrato che questo non è stato e, non poteva esserlo, sufficiente per marcare una sostanziale differenza con il passato. Non posso nel giudizio non tener conto delle difficoltà oggettive in cui si trovano ad operare gli enti locali a fronte di decisioni nazionali improntate al risparmio e al continuo ricorso ai tagli agli stessi. Detto questo però, a distanza di anni, ormai possiamo dirlo l’azione amministrativa manca drammaticamente di progettualità, di valori condivisi, che siano poi quelli su cui nasce e si sviluppa un’idea di città, di comunità. Non crediamo che Aprilia meriti questo tirare a campare. L’intervento sulle emergenze è assolutamente dovuto, ma non può essere il filo conduttore di una politica amministrativa che si voleva di discontinuità rispetto il passato e che, invece, si è stancamente adagiata in un’azione puramente notarile e priva di slanci e originalità sulla falsariga di quelle precedenti a colpi di varianti urbanistiche, di silenzi complici sulle criticità ambientali, di odiosi e ingiusti balzelli e tasse scaricate sui cittadini. D’altra parte, non si può, per onestà intellettuale, sottacere che l’azione delle forze d’opposizione si è spesso dimostrata incapace di andare oltre la denuncia episodica, spesso pure urlata invece che motivata, e che, a un certo punto, è sembrata anche sganciata da quelli che erano stati gli impegni e gli accordi presi in fase di programmazione. Noi riteniamo che il tempo che ci divide dalle prossime elezioni debba essere riempito da progetti, proposte, dalla preparazione di candidature e programmi che siano in grado di rappresentare un’idea condivisa, innovativa e, nel senso più nobile della parola, rivoluzionaria. Rivoluzionaria nei modi, nelle scelte, nell’assunzione di responsabilità e nel coraggio di rappresentare e difendere gli interessi dei cittadini e, tra questi, soprattutto di quelli appartenenti alle fasce più deboli. In questa prospettiva la sinistra deve essere in grado di fare la sua parte, riorganizzandosi, riallacciando rapporti con soggetti presenti e interessati a un cambiamento reale, proponendo in maniera credibile una sua idea di città che metta al centro non interessi lobbystici ma le persone. Difesa del territorio, dei servizi pubblici, dei diritti civili,spostare in misura percentualmente significativa il peso del carico fiscale dalle famiglie alle grandi superfici commerciali o produttive, difendere le piccole imprese, favorire le attività e promuovere spazi per i giovani, ricostituire quel tessuto connettivo che fa di un gruppo di persone una comunità. Riportare la politica alla sua funzione di strumento per il cambiamento e non come fine per autopromozioni o interessi più o meno leciti. I prossimi mesi lavoreremo per questo con chiunque abbia voglia di condividere questo percorso superando divisioni, limiti e anche le attuali soggettività politiche ormai insufficienti e inadeguate a rappresentarsi come alternative credibili. Un primo importante momento di confronto l’avremo in occasione della presentazione del libro “Manifesto per la Sinistra e l’umanesimo sociale” di Simone Oggionni e Paolo Ercolani con la presenza del coautore Oggionni di domenica 31 gennaio alle ore 16 presso la biblioteca comunale di Aprilia.
Maurizio Marinozzi
Coordinatore circolo Sel Gino Donè Aprilia