“Credo che sia questo a farmi paura: la casualità di tutto. Persone che per te potrebbero essere importanti, ti passano accanto e se ne vanno.”
Un giorno questo dolore ti sarà utile, il libro di Peter Cameron edito da Adelphi.
James Sveck mi ha fatto sorridere molto, questo diciottenne così profondo, cinico, che ama le parole, le studia, le calibra e le dice, nonostante creda che molto spesso le parole non possano tradurre simultaneamente i pensieri, ed è una cosa a cui ho spesso pensato anche io.
James viene considerato da tutti, famiglia compresa, un ragazzo disagiato, con disturbi comportamentali, i genitori credono sia gay e che lui non voglia dirlo, la sorella lo crede patetico, la psicoterapeuta non riesce a sfondare quel muro tanto granitico e l’unica che riesce a sentire la natura di James è Nanette, sua nonna.
In realtà ciò che desidera questo giovane adulto è un mondo che vada più piano, un mondo in ascolto, un’umanità che non abbia il terrore di scavare in profondità ma di riuscire a sintonizzarsi con la ruvidità di alcune anime più sensibili.
James ha paura del mondo e dei suoi coetanei, quindi ama stare con persone adulte, come sua nonna, perché i giovani, soprattutto a New York, corrono come folli.
James ama Central Park, dove c’è silenzio, alberi, natura, vuole scappare da Manhattan e non vuole andare all’università, perché non vuole misurarsi con la fretta.
Nanette, che la vita l’ha vissuta data l’età, saprà consigliarlo con poche ma efficaci parole, usando la formula più semplice, l’amore.