In poche parole, “Baumgartner” il libro di Paul Auster

“Se siamo quelli che continuano a vivere, scopriremo che la nostra parte amputata, la nostra parte fantasma, può essere ancora fonte di un dolore profondo, indegno.”

Paul Auster con Baumgartner edito da Einaudi ci regala un frammento di vita.
Seymour Baumgartner, mi ha tenuto compagnia qualche ora, concedendomi il privilegio di entrare in contatto con la sua vita da settantenne e con quelle riflessioni che superata una certa età inevitabilmente vengono a galla.
Intanto fare pace con l’idea di una fine, fare pace con un corpo che non corrisponde più a quello della gioventù e accettare di buon grado la serenità di tutto ciò che si è compiuto e di tutto ciò che non si compierà mai.
Sy, il diminutivo, professore di filosofia all’Università, uomo di cultura e di sagace ironia, viene narrato da una voce fuori campo, come un occhio che vigila su di lui, lo osserva fin dentro la carne, esplorandone le emozioni e i pensieri reconditi.
Non è Paul Auster a donarci una riflessione, ma è Seymour in persona, un uomo che dieci anni prima ha perso sua moglie in un incidente in mare e che ancora oggi, nonostante un altro amore, nonostante il tempo, ancora non dimentica, perché Anna è stato l’amore della sua vita.
Questo amore ci insegna la libertà, la condivisione, il camminare spalla a spalla senza sovrastare e ci racconta la bellezza di tutto il tempo che passa senza per questo consumare il sentimento.
Sy farà a lungo i conti con l’assenza, con la perdita e quel silenzio che viene colmato dai manoscritti di Anna. Si farà strada in lui il pensiero che dirsi addio non è affatto facile, ma ciò che davvero conta è essersi amati.
Tenerezza, intelligenza, simpatia e quiete, questo è Seymour ed è per questo che è diventato mio amico.