“Siamo le roccaforti delle nostre vere storie. Narrazioni uniche e inimitabili , le nostre esistenze la cui chiave è di nostra esclusiva proprietà pure se tendiamo volentieri a smarrirla.”
Emma Saponaro è una scrittrice duttile, capace di raccontare la #violenzadigenere con una feroce delicatezza e nel frattempo avere la capacità di delineare i profili del carnefice con pietà, per poi farteli sentire addosso come peccato, come inganno della tua mente.
Il Gufo (edito da Les Flaneurs) è un investigatore malconcio, depresso, irrisolto, con un passato familiare disfunzionale e proprio dentro la sua famiglia si poggiano le fondamenta di quella irrisolutezza e assenza di guizzi vitali.
Ha amato poco, si è inserito in una relazione con Iolanda più per necessità che per amore, non riesce con nessuno a svelare le trame della sua esistenza travagliata se non quando si trova davanti ad un bivio.
Le verità, di qualsiasi entità si trattano, vengono sempre a galla, nel suo caso a dare luce e ordine, ci pensa “Madre disperata”, una donna che si mette in contatto col Gufo per risolvere un caso di abuso.
Nonostante le parole leggere, si arriva ad un certo punto del libro in cui quel dolore tracima ed è impietoso.
Un atto di restituzione in un periodo storico in cui i #femminicidi sono all’ordine del giorno.
Grazie Emma