Un lettore ci scrive
“Sulla spiaggia del Poligono di Nettuno ormai da alcuni anni insisteva una piccola ed umile opera d’arte, in pratica qualcuno, riciclando i rami di alberi e la plastica che il mare ci restituisce, aveva costruito una “specie” di dinosauro con tanto di coda, zampe, fauci e completato dalle tipiche placche sopra la schiena dalla testa alla coda (come da foto).
Decine e decine di persone si fermavano ad ammirare la “bestiolina” e spesso scattavano foto, insomma era ormai diventato un “bene comune” che rallegrava le passeggiate sulla spiaggia e stuzzicava la fantasia dei bambini, sicuramente frutto di grande immaginazione e fantasia.
Purtroppo, scrivendo questo articolo, usare il verbo passato è d’obbligo perché Dino, il Troncosauro non c’è più… qualcuno lo ha smantellato, gettando i suoi pezzi tra i cespugli; alcuni ragazzi hanno provato a ricostruirlo recuperando i pezzi ma… niente, è stato di nuovo distrutto.
Ora la curiosità di sapere a chi desse fastidio è tanta (non emetteva versi strani, non mangiava nessuno nè emetteva deiezioni ed il posto dove era allocato non occupava la spiaggia ma stava sulle dune…), ci domandiamo a chi sia venuta l’idea di distruggerlo e capire anche gli intransigenti e sacrosanti motivi che hanno portato alla demolizione del povero Troncosauro.
Chiunque sia il “fenomeno” dell’abbattimento ha fatto del male alla comunità”.