
Riflessioni di un italiano
Le Guerre etniche: un’invenzione per coprire gli interessi economici
La guerra in Ucraina è nel momento più caldo; aumenta a dismisura la distruzione e il numero delle vittime da entrambi le parti. Leggiamo di giovani militari di leva russi con equipaggiamenti non idonei alla guerra a cui era stato detto che si partiva per delle esercitazioni e di civili ucraini, e non solo, arruolati nelle file della resistenza: persone che fino a qualche giorno fa non sapevano maneggiare un’arma. E’ l’invio al massacro di innocenti nel nome della libertà. Ma questa è davvero libertà? Quanto incidono gli interessi economici sovra nazionali? Quanto incide la globalizzazione?
Cerchiamo di riassumere brevemente i prodromi di questa catastrofe. Il fiume Doniec è un confine naturale che divide l’Ucraina in due parti: quella ad est è il Donbass che abbiamo imparato a conoscere per la guerra in corso, mentre a sud il fiume curva verso ovest lasciando nella porzione est Kherson e l’accesso via terra alla Crimea. Il Donbass è fortemente industrializzato: vi si producono carbone e acciaio che hanno come cliente principale la Russia. Vi risiedono vari oligarchi ucraini che governano l’economia della regione e che avevano contribuito all’elezione di Yanukovych, l’ex presidente filo russo cacciato, che veniva proprio da quella regione. Convivono in Ucraina due distinte fazioni con una diversa idea di economia: a ovest del Doniec si guarda al modello economico europeo mentre a est a quello russo. Sottolineo inoltre che Hunter il figlio più giovane di Joe Biden siede dal 2014 nel consiglio di amministrazione della società Burisma Holdings, la più importante compagnia di gas dell’Ucraina, i cui stabilimenti più importanti sono …. nel Donbass.
Come finirà quindi questa guerra che ha avuto come motivazione ufficiale l’aiuto russo – e poi l’operazione militare – alla popolazione russofona del Donbass e gli aiuti della NATO alla popolazione ucraina europeista per far fronte alla guerra di invasione russa dell’ucraina?
E’ abbastanza probabile che al termine del conflitto, a cui stanno lavorando le diplomazie di tutto il mondo, la Russia prenderà il controllo di tutto il territorio a est del Doniec – il Donbass e non solo – dove sarà creata una nazione satellite filo sovietica entre il resto dell’Ucraina, quella che rimarrà, diventerà uno stato cuscinetto, non facente parte dell’Unione Europea, in cui il controllo americano – per il tramite degli alleati europei – sarà totale.
E la popolazione ucraina, quella che ha resistito e resiste convinta di combattere per l’autonomia della patria? Piano Marshall docet!
La distruzione che i russi stanno portando a ovest del Doniec lascerà una nazione in ginocchio che avrà bisogno dell’aiuto occidentale che, così come avvenne in Italia – e ancora avviene – dopo la II guerra mondiale, non sarà indolore, anzi.
E’ proprio vero che le guerre le avviano i potenti per i loro interessi (non dimentichiamoci tra l’altro il business delle armi) e le fanno fare al popolo convincendolo che è giusto così. La tragedia che sta vivendo il popolo ucraino, ma questa guerra, in atto sotto altre forme sempre violente dal 2013, di cui oggi vediamo l’atto finale, è solo una delle oltre 50 guerre in corso sul nostro pianeta: guerre etniche vengono definite, e non sono poche, che in realtà coprono importanti e fondamentali interessi economici delle potenze mondiali dove queste ultime intervengono – direttamente o sovvenzionandole – anzi direi provocandole, per attingere alle ingenti risorse naturali per depredarle a danno e distruzione della popolazione locale.
Le speculazioni in atto sulle materie prime e sui prodotti ove questi scarseggiano per colpa della guerra è l’indicatore principale di quanto ci sia di economico nella guerra in Ucraina e nelle guerre in corso e di quanto le ripercussioni ricadano su tutti i popoli, quelli direttamente coinvolti e quelli che dipendono dall’economia dei paesi in guerra per la stabilità economica.
Michele Russo