Gemelli suicidi da cavalcavia, dolore per la morte della madre

Un volo da un’altezza di oltre 50 metri che non ha lasciato scampo a due gemelli di 55 anni. Erano da poco passate le 14.30 quando è scattato l’allarme. E’ stata notata un’auto ferma su una piazzola e poi, al di sotto del primo cavalcavia dopo Tivoli in direzione l’Aquila, c’erano i due corpi. L’ipotesi è che i due gemelli abbiano scelto di morire insieme lo stesso giorno, come lo stesso giorno erano nati: un testimone li avrebbe infatti visti lanciarsi giù. Sul posto sono arrivati i vigili del fuoco, che hanno poi raggiunto i corpi, i poliziotti del commissariato di Tivoli e la polizia stradale che si occupa del caso. Rimane ancora da chiarire cosa abbia spinto Bruno e Francesco a salire su quel cavalcavia all’altezza del chilometro 12.700 dell’A24 e a buttarsi giù insieme. Nella macchina la polizia non ha trovato biglietti di addio e al momento neanche in casa. Probabilmente è stata una scelta maturata pian piano. Di certo i due fratelli, che non erano sposati, stavano attraversando un momento difficile della loro vita. Un grave lutto li aveva colpiti recentemente. La madre, a cui entrambi erano molto legati, è morta pochi giorni fa. Tra le ipotesi, quindi, quella che i due fratelli non siano riusciti a superare il dolore della scomparsa della mamma. A quanto ricostruito finora dagli investigatori, poco prima di farla finita Bruno e Francesco hanno parcheggiato la macchina intestata a uno dei due in una piazzola sull’autostrada e poi, dopo aver percorso un tratto a piedi, hanno raggiunto il viadotto e si sono suicidati lanciandosi dal cavalcavia alto più di 50 metri. Sgomento anche a Gallicano nel Lazio, comune alle porte di Roma, dove i due fratelli abitavo.