Nettuno. L’Opposizione: La questione spiagge libere lascia perplessi

La questione spiagge libere ci lascia quantomeno perplessi. Non solo, certo, perché il comune ha deciso di agire in modo totalmente difforme dalla nostra proposta di bando unico. Ci mancherebbe, spetta a chi ha vinto le elezioni fare le scelte. Anche quando queste sono evidentemente sbagliate oppure quando lasciano il fastidioso dubbio di iniquità. Nel caso specifico l’amministrazione Coppola è riuscita però a smentire anche se stessa e le decisioni che aveva preso l’anno scorso in questo settore. Infatti nel 2020 le spiagge libere messe a bando erano 15 mentre quest’anno sono diventate 13. Che cosa è accaduto? Che fine hanno fatto quelle mancanti? Una spiaggia, quella che era stata affidata ad una associazione no profit perché la rendesse fruibile ai disabili, è stata accorpata ad un’altra, non prevedendo più tale importante finalità. Di fatto trasformando il lotto alle spalle del santuario in un grande ed appetibile tratto di spiaggia libera, con comodo parcheggio adiacente, per il quale è arrivata al comune incredibilmente una sola proposta.
Mentre l’altro tratto di spiaggia libera che, sempre difformemente allo scorso anno, non è stata messa più a bando è proprio quella che, a quanto sembra, sia stata oggetto di “conquista” da parte di uno stabilimento balneare attiguo. Ora, indipendentemente da questo fatto che dovrà comunque essere accertato dagli uffici che si occupano del demanio, ci chiediamo, come mai queste due spiagge non sono state più messe a bando? Quali sono i motivi? Semplice errore? Possiamo solo sperarlo. A questo punto però lanciamo la proposta che il comune gestisca direttamente il tratto di spiaggia “dimenticato” dal bando, con scopo sociale, proprio per consentire l’accesso e la fruizione della spiaggia ai disabili. Vista poi la particolare adeguatezza degli accessi della stessa spiaggia libera a tale scopo ci pare una proposta assolutamente realizzabile in tempi brevi. Sull’argomento spiagge, che esse siano libere o meno, comunque, serve chiarezza e non solo sui due lotti di cui abbiamo fin qui scritto ed un intervento della polizia locale e della capitaneria di porto sarebbe alquanto auspicabile. È bene ricordare che i beni demaniali sono beni della collettività, di tutti insomma, e quindi nessuno può pensare di trattarli come “roba” propria come spesso accade a Nettuno, né tantomeno sugli stessi vi può essere la foschia del dubbio che la politica li consideri come gli stati del tabellone del risiko, ovvero come “territori” da occupare.

Marco Federici
Roberto Alicandri
Antonio Taurelli
Waldemaro Marchiafava