Nettuno- Sel convegno La città legale: “Assumere la questione legalità, la questione etica, la lotta alla corruzione come impegno per una nuova politica, pulita e intesa come servizio”

Un momento del convegno di Sel "La città legale"

Si è parlato di buona politica e di come questa può, con buone pratiche, combattere le mafie che hanno oramai invaso il litorale romano, nel convegno “La città legale, azioni e proposte di buona politica contro le mafie” organizzato, sabato scorso, dal circolo nettunese di Sinistra Ecologia e Libertà. Un confronto diretto tra una forza politica Sel che ha fatto della legalità una delle priorità nel programma di governo sia a livello locale  che nazionale, con le associazioni impegnate in prima fila nella lotta alla mafia, amministratori e cittadini.   “Sette anni dopo lo scioglimento del Comune di Nettuno per infiltrazioni con la criminalità organizzata, dopo gli omicidi di mafia avvenuti a Nettuno e a Terracina,  abbiamo voluto organizzare questo convegno perché siamo convinti che dobbiamo alzare l’attenzione su un fenomeno che purtroppo ci riguarda da vicino”– ha detto in apertura la coordinatrice del circolo Francesca Tammone– non condividiamo l’atteggiamento negazionista  di moltiLillegalità si diffonde sul nostro territorio, le mafie  danneggiano  l’economia locale, sottraendo ricchezza alle nostre città”. Edoarlo Levantini del Coordinamento Antimafia Anzio -Nettuno ha posto l’accento: “Sui comportamenti di certi di politici, quelli che hanno portato alla scioglimento del consiglio comunale di Nettuno, nel mantenere rapporti con personaggi discussi, la stessa classe politica che affigge manifesti anonimi sui muri della città, con i quali si tenta di negare lo scioglimento dello scioglimento del consiglio comunale per condizionamento criminalità. Levantini ha ricordato anche: “I processi in corso a Velletri contro una “locale” della ‘ndrangheta presente ad Anzio e Nettuno“.  Per Carlo Leoni della presidenza nazionale di Sel ed ex componente della commissione antimafia della Camera: “Le mafie in questi territori sono oramai una realtà assodata. Interi pezzi dell’economia sono gestiti dalle organizzazioni criminali. La politica e le associazioni e devono fare un grande lavoro sociale: tenere accese le coscienze, tenendo alta la tensione, perchè dietro l’indifferenza possono proliferare i poteri criminali. La politica deve dare anche un contributo di strasparenza e moralità, francamente lo spettacolo offerto dai politici del centrodestra della nostra regione non è accettabile dai cittadini dai cittadini onesti“.Mafie e corruzione si possono combattere solo cambiando il tessuto sociale, solo intervenendo sull’educazione delle giovani generazioni, declinata alle regole civili e alla solidarietà e alimentando  quel sentimento di onestà e legalità che deve farsi largo nelle coscienze– ha detto nel suo intervento il responsabile regionale per la legalità di Sel Lazio Claudio Pelagallo– l’esponente di Sel ha poi elencato i punti di un decalogo comportamentale che le amministrazioni pubbliche, impegnate a combattere le mafie, dovrebbero adottare: Dal costituirsi parte civile nei processi alle organizzazioni criminali del territorio, all’utilizzo sociale dei beni sequestrati alle mafie, al divieto di intrattenere rapporti con appaltatori, attività commerciali, imprese sospettati di collusione con ambienti criminali. Richiamando i comuni anche alla responsabilità verso sponsorizzazioni ricevute e patrocini dati con disivoltura a soggetti poco trasparenti . Per Ferdinando Secchi responsabile per il Lazio dell’associazione Libera: “Senza la corruzione della politica non ci sarebbero state mafie nel nostro paese. I giovani partecipano sempre più numerosi alle nostre giornate per la legalità, quindi un problema molto sentito. Libera è un’associazione di  associazioni nata allo scopo di combattere le mafie, che è lieta di collaborare con le istituzioni, scegliendo però quali sono meritevoli di aiuto”. Tra gli interventi dal pubblico anche quello del segretario del PD  e consigliere comunale Giacomo Menghini che rispondendo all’accusa di scarso impegno alla lotta alle mafie dei comuni del litorale, ha voluto ricordare che: “Il comune di Nettuno oltre ad essersi costituito parte civile nei processi Appia e Mitos, ha anche allontanato dirigenti comunali poi finiti sotto inchiesta della magistatura“. Presente anche il presidente del Consiglio Comunale di Nettuno Nicola Burrini che ha tenuto a rassicurare i presenti della prossima convocazione di un consiglio comunale straordinario sulla legalità, richiesto quasi due mesi orsono da Sel, Prc e associazioni, subito dopo l’omicidio di camorra avvenuto in pieno centro cittadino. A conclusione dei lavori gli organizzatori hanno tenuto ad evidenziare che: “Nell’ultimo anno Sel ha organizzato e partecipato, mettendoci la faccia, a decine di manifestazioni e sit-in contro le mafie. Assumendo la questione legalità, la questione etica, la lotta alla corruzione come impegno per una nuova politica, pulita e intesa come servizio”.