Oltre la metà dei punti campionati lungo le coste del Lazio dai tecnici di Goletta Verde (la campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio delle coste e delle acque italiane) presenta cariche batteriche elevate: ben 16 punti su 23 che ricevono quindi un giudizio di inquinato o fortemente inquinato, con la provincia di Roma a far da padrona del mare inquinato con 11 punti su 11.
Scarichi abusivi o non controllati che continuano a finire direttamente sulle spiagge e il deficit depurativo restano i principali fattori che continuano a mettere a dura prova il mare del Lazio per Legambiente che chiede a Regione e amministrazioni comunali, di costa e dell’entroterra, di risolvere i deficit depurativi ancora presenti.
Una fotografia a tinte fosche quella dei campionamenti effettuati sul litorale della provincia di Roma, senz’altro peggiore dell’estate 2015, con undici campionamenti su undici con un risultato di “fortemente inquinato”. Tre i punti che rientravano nei limiti nel 2015 sono risultati con cariche batteriche elevate: a Cerveteri presso la foce del fosso Zambra e a Ladispoli presso la foce del Rio Vaccina e quella del fiume Statua. Non sono da meglio gli altri campionamenti che risultano ancora fortemente inquinati come lo scorso anno: a Fiumicino (alla foce del fiume Arrone a Fregene); a Roma – Ostia (alla foce del fiume Tevere e alla foce del canale al cancello n.1); a Pomezia – Torvajanica (alla foce del canale Crocetta, alla foce del canale Orfeo e alla foce del Rio Torto); a Ardea (alla foce del fosso Grande); a Nettuno (foce del canale Loricina), dove i volontari di Legambiente hanno effettuato un blitz esponendo lo striscione “Che vergogna”, informando i bagnanti sui potenziali rischi dell’area a ridosso del canale. L’associazione ha chiesto al neo sindaco di Nettuno di dare via a un monitoraggio lungo il canale per individuare le cause di tale inquinamento, di intesa con i comuni dell’entroterra interessati dal corso d’acqua.