Non sarà la colorita discussione avuta con Giorgio Zucchini qualche sera fa a evitare di dargli tutta la solidarietà che si può esprimere in questa sede e dopo che il vicesindaco ha ricevuto – in Comune – un proiettile all’interno di una busta. Ho provato a spiegargli che quando si scrive è sempre per il ruolo pubblico che uno riveste, mai per vicende che riguardano la persona. A maggior ragione dopo l’ennesimo attentato è ribadita e confermata la piena e incondizionata solidarietà umana. Perché scrivere e criticare è un conto, intimidire è un altro.
Afferma Zucchini, in una nota diffusa dal Comune: “Sono profondamente avvilito per quanto sta accadendo alla mia persona e di riflesso alla mia famiglia. Confido nelle indagini delle Autorità Competenti ed auspico che, quanto prima, venga fatta luce sulla vicenda e sui gravi atti intimidatori che sto subendo durante l’espletamento del mio incarico“. E’ comprensibile.
Il problema è che qui da un pezzo i delinquenti stanno prendendo il sopravvento. Le due auto bruciate, ora il proiettile a Zucchini, le auto bruciate al compagno della Nolfi, gli spari a casa di Alessandroni e prima ancora di Placidi. Le forze dell’ordine li chiamano episodi “spia“, sono quelli che indicano un fenomeno ormai in atto. Il tentativo di intimorire chi governa o – peggio – l’avvertimento vero e proprio per eventuali promesse non mantenute o per cercare di avere benefici. E le indagini, finora, non hanno portato a risultati purtroppo.
No, è ora di dire basta. A questo clima, alle intimidazioni, ai delinquenti, a chi vuole appropriarsi di questa città o condizionare con la forza l’amministrazione o gli uffici. Basta al clima di “guerra” che si vive in questa maggioranza, costante e quotidiano. Clima con il quale – purtroppo – si alimentano voci infondate, sospetti dell’uno sull’altro, certezze inesistenti. Basta con le regole – anche piccole – calpestate quotidianamente e nel disinteresse di chi dovrebbe essere baluardo proprio della legalità. E’ un clima – ne discutevamo con Zucchini – mai verificato prima. “C’era la politica” – ha commentato. Vero. Il timore è che adesso alla politica si sia provato a rispondere con gli affari o, peggio, a usarla per arrivare a questi. Sarebbe inaudito.
In tutto ciò restano sullo sfondo, senza risposta, le richieste che più gruppi parlamentari hanno presentato per verificare se ricorrono i presupposti per istituire ad Anzio la commissione d’accesso.
Sono condannabili i gesti di delinquenti che provano a intimidire, non c’è dubbio, ma è inaccettabile che le Istituzioni non forniscano ancora una risposta sulla necessità o meno di uno strumento di prevenzione qual è la commissione: Prefetto, Ministro, ci siete?
Fonte http:// giovannidelgiaccio.wordpress.com/