“Chi sei quando nessuno ti vede?”
Una domanda che nasconde un multiverso di risposte, se solo avessimo l’onestà intellettuale di rispondere.
Olga Campofreda racconta nel suo ultimo romanzo “Ragazze perbene”, edito da NNE editore, le ragazze perbene, quelle che nascono e crescono secondo modelli sociali precostituiti, quelle che la domenica ingoiano l’ostia e durante la settimana vivono “atti osceni in luogo privato”(parafrasando Missiroli).
Forse siamo tutte quelle ragazze perbene, non vogliamo disturbare, non vogliamo fallire, desideriamo il principe azzurro che ci salva, ma da chi? Forse da noi stesse.
Poi alcune di queste ragazze finalmente si ribellano, fanno introspezione, assecondando quell’istinto di salvezza che le porta a riconciliarsi con l’io più profondo non senza fatica.
Nel libro sono un gruppo di ragazzine che diventano grandi e che faticano a raccontare ad alta voce chi hanno davvero visto allo specchio, sono quelle bambine che come Rossella sposeranno Luca, l’uomo perfetto che però ama Clara da sempre, mentre Rossella ama Leonora da sempre, quindi sulla carta in coppia perfetta, ma dietro la patina si mischia paura di restare soli, del giudizio e di liberarsi da quelle catene.
Clara ce l’ha fatta. È fuggita, è andata a Londra, ha vissuto anni in cui si è persa, lei forse si è sempre smarrita, è sempre stata un outsider, e questo l’ha resa la donna che ha finalmente ascoltato.
Un libro che racconta di tutti noi, di quei silenzi che ci fanno paura perché narrano parti di noi che fatichiamo a mettere in scena, sono quelle parti più vere, sono quei fiori che finalmente germogliano in un finto campo di plastica.