‘Ndrangheta tra Anzio e Nettuno, chiusa l’inchiesta, in 66 rischiano il processo

L’accusa è di associazione a delinquere di stampo mafioso

Otto mesi dopo la grande retata con 66 arresti, i magistrati coordinati dall’Antimafia capitolina hanno chiuso l’inchiesta sui gruppi criminali che operano stabilmente fra Anzio e Nettuno. Secondo l’impianto della Procura di Roma due distinti gruppi criminali, distaccamenti delle ’ndrine di Santa Cristina d’Aspromonte in provincia di Reggio Calabria e di Guardavalle in provincia di Catanzaro, da anni sono attive sul territorio laziale tentando anche di infiltrarsi nelle amministrazioni comunali per mettere le mani sul business dello smaltimento dei rifiuti e dei servizi di manutenzione cittadina.

Oltre al traffico di droga le intercettazioni avevano svelato la strategia dei boss: introdursi nelle amministrazioni cittadine per pilotare gli appalti e concludere affari anche oltre il perimetro del litorale. Le telecamere-spia dei carabinieri del comando provinciale avevano fotografato anche gli incontri tra politici, imprenditori e clan, con tanto di baci e strette di mano.

Dopo il lavoro delle Commissioni prefettizie resta ancora alta l’attenzione sui due comuni di Anzio e Nettuno, per quali il Ministero dell’Interno dovrà valutare un eventuale possibilità di scioglimento per infiltrazioni mafiose.