In data odierna, per rispetto delle istituzioni, abbiamo comunicato al Prefetto di Roma la nostra decisione di voler “sospendere” ogni nostra partecipazione alle attività politico-istituzionali dell’attuale consiglio comunale.
Questa nostra scelta, come quella già presa quasi due anni fa di lasciare le commissioni consiliari, è la nostra “reazione” dettata dalla volontà di perseguire la trasparenza e la legalità.
Vogliamo prendere ulteriori distanze da questa amministrazione che continua a non rappresentarci, che ha screditato l’immagine di Nettuno e che non riteniamo più legittimata ad agire, oltre che palesemente immobile dinanzi a qualsiasi attività programmatica e realizzativa a favore della comunità.
In ogni caso, continueremo la nostra azione, come prevista, per tutti i consiglieri comunali, dal Testo Unico degli Enti Locali e dai Regolamenti, a tutela dei nostri concittadini e nel nome della buona amministrazione.
Una scelta, questa, che non avremmo mai voluto fare, ma che si è resa necessaria da una situazione ambientale ormai nota ed insostenibile.
Siamo sconvolti dal comportamento istituzionale del sindaco Coppola il quale non ha revocato (per motivi sconosciuti) le nomine sindacali ad alcuni assessori e dirigenti e, ancora di più, dalle assurde dichiarazioni del Sindaco stesso e di alcuni componenti della maggioranza pronunciate durante l’ultimo consiglio comunale: hanno usato l’immagine e il nome della città per non assumersi le proprie responsabilità (per ora) politiche istituzionali.
Diciamo la verità, Nettuno non c’entra nulla, il problema è una certa politica di Nettuno.
Il fango sulla città non è stato provocato dai nettunesi, ma dai rapporti diretti o indiretti di alcuni esponenti politici locali con ambienti oscuri e pericoli (non lo diciamo noi o i giornali, è nelle carte dell’inchiesta).
Inutile ed incredibile nascondersi dietro il buon nome di tutta la comunità quando sono emerse circostanze chiare.
Non abbiamo sentito parole nette di condanna, di lontananza e di contrapposizione ne’ visto azioni attive di dissociazione rispetto agli inquietanti scenari descritti nelle carte, anzi abbiamo udito definire l’indagine come: “un’emergenza da affrontare tutti insieme, infamie e sciacallaggio.
La nostra sfiducia non è stata soltanto politica ma anche e soprattutto etica e morale.
Le dimissioni del sindaco, forse, avrebbero evitato altri danni all’immagine pubblica dell’ente e della comunità nettunese. Noi, per ciò che rappresentiamo, non possiamo sedere più tra i banchi di quel consiglio comunale, pur continuando nel nostro impegno per una Nettuno diversa.
Continueremo ad essere dei granelli di sabbia, vigili ed attenti.
Nettuno Progetto Comune
Avv. Simona Sanetti
Dott. Daniele Mancini