“Piangi amore, sennò la volta dopo piangi il doppio.
Mise la mano sinistra sulla mia guancia e mi carezzò, le dita leggere sul mio viso, poi libere nei capelli. Le mani di mia madre.
”Quante corde ha toccato Federica De Paolis con il suo libro “Da parte di madre” edito da Feltrinelli, solo Dio lo sa, ha rintracciato ogni porzione di esistenza, di vicinanza e di distanza nel rapporto madre e figlia.
Pagine che trasudano amore, piena coscienza, un bagaglio emotivo esplorato senza troppi intralci, se non quelli psicologici e sentimentali.
La storia di Federica è la storia di una figlia che è stata poco figlia e molto madre di sua madre, una donna bellissima, eccentrica, quasi aliena per il suo modo di governare la terra che abita.
Una madre che sceglie sua figlia come sua migliore amica, le racconta i suoi tormenti d’amore, la fa sprofondare nell’oblio di quel tormento e poi risalire su, quando quell’amore torna a farla splendere.
Intanto Federica ricerca e ritrova in alcune donne quel punto di riferimento, donne che sono state capaci di credere in lei, di essere quel Nord che a Federica mancava.
Il lettore diventa compagno, poi amico, poi guida, poi madre e poi si compenetra in Federica tanto da piangere per lei, commuoversi per quelle parole che risuonano dentro come una musica che non voleva ascoltare ma poi si rivela necessaria.
Federica De Paolis ci consegna uno specchio, guardarsi attraverso quella lastra riflettente non è facile, significa per forza di cose renderle un pezzetto di noi e indagare in quel labirinto fatto di tranelli della mente ma anche vie d’uscita.
Significa restituire la pace laddove mancava e capire che essere madre è materia difficile ed essere figlia anche ma che bastano quelle mani, per far passare anche la tempesta più brutta.
P.s. Tra le pagine navigano citazioni e spunti letterari, perché Federica De Paolis ha saputo regalarci anche tutto il suo amore per la letteratura che poi è stata ed è la sua più fedele compagna di vita.