Quello che vedete in foto è il polistirolo presente nel porto di Anzio. Le cassette per il pesce buttate in acqua, anche a largo, vengono frantumate dalla forza del mare. E tornano con le correnti.
Gli studi scientifici ci dicono che biodegradarsi un contenitore di polistirolo impiega dai 500 ai 1000 anni, mentre una bottiglia o un sacchetto di plastica impiegano 1000 anni.
I pezzi di plastica e di polistirolo con dimensioni minori di 50 centimetri sono in cima alla classifica degli oggetti più trovati sulle spiagge. La frammentazione graduale dei rifiuti plastici abbandonati nell’ambiente genera un inquinamento irreversibile e incalcolabile. Per effetto di onde, correnti, irradiazioni UV e altri fattori, i rifiuti sono destinati a frammentarsi in milioni di micro particelle che si disperdono nell’ecosistema marino e costiero vengono ingerite dalla fauna marina. Attraverso la catena alimentare, la plastica arriva anche sulle nostre tavole con le sue sostanze nocive.
Lo scorso anno alcuni pescatori di Anzio lanciarono l’iniziativa di riportare in porto, per essere smaltiti correttamente, i rifiuti trovati nelle reti. Ma è evidente che non tutti hanno seguito il buon esempio.