Domenica di legalità al Parco Palatucci di Nettuno

di Laura Petrarca
Una mattinata all’insegna della legalità presso il Parco Palatucci di Nettuno. Oggi, domenica 12 marzo, a distanza di poco più di un anno dall’operazione “Tritone” della DDA, che – lo ricordiamo – ha portato all’arresto di 65 esponenti legati alla ‘ndrina nei territori di Anzio e Nettuno (era il 17 febbraio 2022, ndr) e al conseguente commissariamento e poi scioglimento delle due macchine amministrative comunali per condizionamento della criminalità organizzata, le associazioni scoutistiche AGESCI e CNGEI, unitamente a Legambiente circolo “Le Rondini”, A.N.P.I. Anzio-Nettuno, Spi Cgil RomaSud Pomezia Castelli, Reti di giustizia – Coordinamento antimafia Anzio-Nettuno e Rete #NoBavaglio – Liberi di essere informati hanno promosso, con il patrocinio del Comune di Nettuno, un evento di “esplorazione” della legalità, con discussioni e confronti tra istituzioni e cittadini su tematiche quali ambiente, diritti, influenza dell’illegalità sullo sviluppo di un territorio. L’incontro domenicale “Esplorando la legalità” – questo il nome dato all’evento – ha riscosso la partecipazione di quella fascia di popolazione che crede ancora nelle istituzioni, nella giustizia e in quel “futuro migliore”, macchiato da tanta corruzione e gestione amministrativa inefficace.

Sebbene i recenti fatti di cronaca abbiano dimostrato come l’illegalità e il fenomeno delle mafie ad essa strettamente connesso fossero fortemente radicati nel contesto sociale e culturale delle due cittadine a sud del litorale romano, c’è tuttavia chi “dice no” al sistema distorto di cui la mafia si nutre e attraverso cui prolifera, spesso e non di rado, con l’appoggio della politica. Condizionamento che si traduce in voti di scambio, elargizioni e benefici che nulla hanno a che vedere con l’altra faccia della medaglia: quella, appunto, della legalità.

Attraverso momenti di gioco e di approfondimento, con stand informativi e dimostrazioni pratiche dei vari corpi delle forze di polizia presenti all’incontro, i cittadini hanno potuto trascorrere una domenica di sole all’interno del grande polmone verde di Nettuno, confrontandosi sulle azioni concrete di contrasto alla criminalità con le realtà istituzionali presenti: la Guardia di Finanza della Compagnia di Nettuno, i Carabinieri della Compagnia di Anzio e la Polizia di Stato del Commissariato Anzio-Nettuno, con le Fiamme Oro, la Scientifica, i gruppi degli Artificieri e dei Cinofili.

Sono intervenuti all’evento, il prefetto alla guida della Commissione straordinaria, Antonio Reppucci, il giornalista Andrea Palladino della testata TPI, e Antonio Anile, dell’associazione “Sos Impresa”, moderati dal direttore del quotidiano InLiberaUscitaClaudio Pelagallo.

Il prefetto alla guida della Commissione straordinaria del Comune di Nettuno, Antonio Reppucci

«C’è un forte bisogno della presenza delle comunità di Anzio e Nettuno. Le due cittadine sono infatti accomunate da uno stesso destino, quello dello scioglimento per infiltrazioni acclarate della criminalità organizzata.

È necessaria, in questo momento di “sospensione” della democrazia, una maggiore consapevolezza delle forze politiche, sociali, culturali e ambientali nel territorio. Ringrazio per questo le associazioni oggi presenti, che già in passato, tra l’altro, hanno dato prova della loro presenza sul territorio, organizzando convegni e interventi vari, volti a far comprendere alla cittadinanza l’importanza di attivarsi localmente e di uscire quindi da uno stato di generale intorpidimento.

 

Lo scioglimento è un fatto sicuramente grave ed è di questo che i cittadini devono avere consapevolezza. Bisogna essere uniti, coesi in una maggioranza che potrà essere l’inizio di un nuovo capitolo per la nostra città. Dobbiamo alzare l’asticella della legalità, fare in modo che si reagisca, che ci si indigni di fronte a tali avvenimenti. Insomma, un po’ come se si trattasse di “alzare il livello degli anticorpi” per la difesa immunitaria del corpo sociale.

Come lo facciamo il “salto di qualità”? Lo facciamo avendo proprio questa consapevolezza nei confronti di ciò che è accaduto. Riflettendo sulle cause scatenanti e approfondendole. Riflettendo sicuramente sul coinvolgimento della società in materia di silenzi, nel suo “quieto vivere”, nel prendere le distanze, nel disinteresse. Quel disinteresse che in qualche modo è forma di complicità.

Il Palazzo (il Comune, ndr) deve essere una “casa di vetro”, in cui tutti devono poter leggere, controllare e stimolare. Vorremmo essere attorniati da una società più diffusa e più capillare, da una società che ci possa accompagnare in questo non facile percorso ma in un itinerario per così dire virtuoso, fatto di trasparenza, di superamento da quello stato di intorpidimento, che si contrappone a quel bagliore di luce cui invece abbiamo assistito stamane. Bisogna essere fiduciosi, bisogna combattere questi sistemi malfunzionanti e reagire, anche ricordando quanti, battendosi per questo, hanno perso la vita.

La lotta al crimine organizzato non è monopolio di magistratura e forze dell’ordine. Ci deve vedere tutti coinvolti. Tutti dobbiamo affiancarci a loro e tra noi in maniera più determinata, per poter vincere questa battaglia. Le battaglie si vincono insieme. Cosa nostra, ‘ndrangheta, camorra e sacra corona unita sono fenomeni umani e come diceva sempre Giovanni Falcone, “come tutti i fenomeni umani, ha un inizio, e avrà anche una fine“. La cultura è indispensabile.

Le mafie non temono tanto il carcere e la giustizia, quanto piuttosto la cultura: si alimentano infatti della mancanza di cultura, del quieto vivere, delle “prese di distanza”, dell’indifferenza sociale. Se restiamo uniti, sono fiducioso che ne usciremo.

È chiaro che poi la politica dovrà fare il suo percorso virtuoso, scegliendo scrupolosamente chi candidare alla gestione della cosa pubblica, selezionando persone che siano decise e determinate, non facilmente manovrabili e che sappiano respingere mire e appetiti malavitosi, da qualsiasi parte provenienti. La mafia è di fatto profondamente cambiata: non è fatta di coppole, fucili, santini, riti di iniziazione… È aperta e radicata nella borghesia. Si agita e si relaziona in quella zona opaca di incontri tra la malavita e imprenditori, ad esempio. Confido nei cittadini e confido nei giovani. Questo mi fa essere fiducioso sul futuro di queste due comunità».

Coordinamento “Marcia contro le mafie”

«Oggi è stata l’occasione di affrontare in modo diverso le tematiche mafiose con il contributo di Palladino, giornalista TPI e Anile dell’associazione SoS Impresa, che ha anche fornito la sua testimonianza come vittima della ‘ndrangheta.

 

Ringraziando il prefetto Reppucci che ci ha sostenuto, non solo con il patrocinio del Comune di Nettuno, ma anche con il suo intervento con cui ha sottolineato l’importanza della reazione dei cittadini al fine di ricostruire un tessuto socio economico sano, informiamo che prossimamente presenteremo altre attività di sensibilizzazione alla lotta alle mafie e di promozione della legalità.

Rilanciamo l’invito fatto questa mattina da Andrea Palladino ad essere presenti alla prima udienza del processo ordinario inerente l’inchiesta Tritone, che si terrà il 6 aprile presso il Tribunale di Velletri, perché non basta che i comuni di costituiscano parte civile: è necessario che la comunità sia lì a chiedere conto della devastazione che certa politica, condizionata dalle mafie, ha prodotto».

ApA, M5S, SI

Apa, M5s e Sinistra Italiana a fianco delle associazioni nella lotta alle mafie

«Interessante la manifestazione di oggi, domenica 12 marzo, al parco Palatucci “Esplorando la legalità” organizzata dalle associazioni Coordinamento antimafia Anzio-Nettuno, Reti di Giustizia, Rete NoBavaglio, Legambiente circolo “le Rondini”, dai gruppi scout AGESCI e CNGEI, dai sindacati Cgil Camera del Lavoro e UIL.

 

Un plauso alle associazioni, che con la loro presenza capillare sul territorio, mantengono alta l’attenzione sul fenomeno delle infiltrazioni mafiose e promuovono momenti di dibattito e confronto qualificati sul tema. Le nostre forze politiche che da anni non solo denunciano le infiltrazioni mafiose sul territorio ma che fanno dell’antimafia il prerequisito del proprio agire politico, convintamente riconoscono e sostengono il ruolo sociale dell’associazionismo nella lotta alla cultura mafiosa.

Da parte nostra ribadiamo l’impegno a mettere in campo tutti gli anticorpi contro la mafia praticando il rispetto dei codici etici, della trasparenza degli atti e delle candidature ma soprattutto impegnandoci nella costruzione di un progetto politico che ponga l’attenzione verso il sociale, le periferie, l’ambiente, la lotta alle disuguaglianze, un modello di sviluppo sostenibile che sottragga interessi e manovalanza alle mafie. Un lavoro complicato fatto di ascolto, approfondimenti, elaborazioni che ha assolutamente bisogno del contributo di tutti».

Roberto Alicandri, ex consigliere Pd all’opposizione

«Dobbiamo, ancora una volta, ringraziare tutte le associazioni, che resistendo allo scoramento, continuano ad organizzare eventi e testimonianze di legalità, in un territorio come il nostro che troppo spesso, almeno in parte della cittadinanza, non mostra particolare interesse in questi argomenti.

 

Purtroppo, troppo spesso, non si comprende che quando in una città si radica la malavita organizzata a risentirne non è solo il tessuto economico e sociale ma proprio il futuro di tutta la comunità. Proprio per questo l’impegno di tutte le forze sane deve essere concorde ed unanime per fare massa critica anche nelle differenze e nelle peculiarità di ogni associazione, sindacato o partito politico. Questo perché la battaglia per la legalità va vinta per tornare ad avere un campo democratico praticabile dove confrontarsi».