Riceviamo e pubblichiamo
Il “nuovo” P.R.G. di Anzio è ormai operativo da ben dieci anni e anche il cittadino più sprovveduto capisce che una sua revisione è necessaria e improcrastinabile.
• Sono cambiate( in peggio) le condizioni economiche del Paese in generale e di Anzio in particolare.
• In questi dieci anni è stato dilapidato gran parte del territorio ancora vergine peraltro senza neanche un ritorno economico vero e duraturo.
• Non c’è stato nessun miglioramento qualitativo né tantomeno quantitativo dei servizi.
• Si è ingolfato il territorio di un’edilizia spesso esteticamente indecente e di scarsa qualità.
• L’occupazione (maestranze e tecnici) nel settore edile conosce ad Anzio una crisi senza precedenti.
Eppure tutti tacciono
L’Amministrazione comunale ha recentemente prodotto, attraverso un lavoro commissionato a tecnici esterni, una analisi di buon livello sullo stato del nostro territorio con particolare riferimento al centro cittadino.
Tale studio si immagina sia propedeutico alla realizzazione del Piano Particolareggiato del centro urbano. Ma è possibile che un argomento così delicato e decisivo per il futuro della città venga trattato solo da specialisti, per quanto validi e qualificati, e non diventi oggetto di confronto con l’intera città ?
Non ci è bastata l’esperienza negativa del “deus ex machina” del P.R.G. ?
Invece si parla solo di porto.
L’argomento è diventato un’arma di distrazione di massa: una serie di bufale raccontate come se il porto fosse un corpo estraneo alla città, ignorando le pesanti implicazioni socio-urbanistiche che un’opera così importante ha sul territorio ed evidenziandone solo l’aspetto finanziario-gestionale .
Parlare di porto significa innanzitutto parlare del centro urbano .
C’è invece un assordante silenzio, su tutte le questioni relative alla progettualità della futura città, che stupisce.
Una (voluta) sottovalutazione che la dice lunga su capacità e intenzioni di una classe politica sia vecchia che nuova.
Dovremmo invece far tesoro dell’esperienza negativa del P.R.G., a suo tempo confezionato su misura alle indicazioni elettorali ed affaristiche della destra anziate, approvato in fretta dalla Giunta Regionale di Storace in barba a qualsiasi criterio di partecipazione ed aggirando, con l’invenzione di artefici, le norme che, altrimenti, non ne avrebbero consentito l’approvazione.
Come non ricordare, ad esempio, i famigerati Piani Quadro che avrebbero dovuto rendere esecutivo il P.R.G. e che non sono mai stati redatti ? Norme farraginose e spesso di difficile interpretazione e l’assenza di una qualsiasi progettualità urbanistica insita nel Piano hanno fatto il resto.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti : caos urbanistico assoluto.
Migliaia di alloggi invenduti o vuoti, in assenza di qualsiasi parvenza di disegno urbano e di dignità edilizio-urbanistica che possa dare un’identità di quartiere alle zone di nuova edificazione.
Fa storia a sé il centro urbano che, poiché non è stato possibile edificarvi, ha mantenuto le sue caratteristiche . C’è pertanto la possibilità di riqualificarlo sotto ogni aspetto. Non dobbiamo perciò permettere che il Piano Particolareggiato del centro urbano completi l’opera di distruzione già realizzata in periferia con il Piano Regolatore del 2005.
Nessun cittadino di Anzio, che non fa parte della compagnia di giro legata all’Amministrazione, avrebbe mai permesso la definizione di un Piano Regolatore come quello in vigore, per questo dobbiamo batterci per una sua revisione e per un Piano Particolareggiato del centro in variante al P.R.G. che possa salvaguardare quanto ancora rimane in termini di bellezze ambientali e storiche e promuovere il turismo e le attività economiche ad esso legate.
Dovremmo, ad esempio, parlare:
-delle migliaia di nuovi metri cubi previsti all’interno dell’Ospedale Militare
-del super hotel previsto all’interno di Villa Albani.
-del recupero dei beni storico-monumentali e del patrimonio archeologico
-della necessaria riqualificazione e valorizzazione delle due riviere e del waterfront
e di tutti gli interventi necessari a far rinascere l’immagine della città
Ne vorremmo parlare .
Ma l’Amministrazione ha tutto l’interesse a trattare tali questioni, come in passato, tra pochi intimi. L’opposizione inspiegabilmente tace:l’urbanistica partecipata non può essere solo uno slogan buono per vendere fumo in campagna elettorale!
Dobbiamo rompere questo muro di silenzio dietro il quale possono passare, come in passato, tante nefandezze .
Spetta ancora una volta alla sinistra comunque organizzata, “senza aggettivi”, mettere in campo energie e idee per un progetto di città unitario, condiviso e sostenibile e che abbia come bussola il bene comune.
Come Associazione ci impegniamo a costruire tale prospettiva.
Ognuno sappia fare la propria parte altrimenti resteremo ancora per anni nella palude putrida del sottobosco politico della destra anziate e incapaci di impedire la progressiva rapina del territorio in atto.
Enzo Toselli
Resp. Associazione “Sinistra senza Aggettivi”