Riceviamo e pubblichiamo la nota del Meet Up i Grilli di Anzio
Nell’ultimo consiglio comunale il nostro sindaco porge le scuse alla Città per aver lasciato che si approvasse sul nostro territorio un progetto di centrale biomassa già alcuni anni fa, progetto passato nel silenzio più assoluto e solo ora venuto alla luce a causa della nuova paventata autorizzazione di un secondo e più ampio impianto di produzione biogas.
Il sindaco dichiara di aver sbagliato, tratto in errore dal fatto che il primo progetto parlava di produzione di compostaggio da effettuarsi con sfalci e potature (parole testuali) e quindi da lui creduto innocuo. Progetto, a suo dire, modificato in seguito con l’aggiunta di codici CER (i codici che identificano i rifiuti) non previsti inizialmente.
Ma la determina della regione Lazio N. A04280 del 7 Maggio 2012 relativa all’autorizzazione e alla pronuncia di verifica di questo impianto parla chiaro: “realizzazione di impianto industriale per il trattamento di fanghi non pericolosi con termoessiccamento e trattamento anaerobico di frazione organica a basso impatto ambientale con recupero energetico”.
La Cogec srl (ora Anziowaste) deposita la richiesta in regione il 21/07/2011 e la regione si pronuncia l’08/05/2012 senza che nel frattempo siano state apportate modifiche al progetto originale che arriva quindi in conferenza dei servizi tale e quale.
Dalla determina apprendiamo: 1) che l’impianto accoglierà complessivamente 55 mila tonnellate e che sarà composto da una linea fanghi e da una linea frazione organica da raccolta differenziata, parchi, giardini, mense, ristoranti, mercati; 2) che non sono pervenute osservazioni nei 45 giorni previsti dal deposito della richiesta; 3) che nella conferenza dei servizi.
Il Comune di Anzio si è espresso a favore del progetto in questione e ha consegnato la documentazione riguardante l’area in oggetto. Il sindaco quindi sa, fin dal lontano 2011, approva, non pone obiezioni e non informa i cittadini e non si preoccupa nemmeno di ricorrere nei rempi previsti dalla legge (60 giorni al TAR e 120 al consiglio di stato). Per un sindaco che non ha tutelato gli interessi della sua città non resta che un’azione: dimissioni subito”.