Costa Concordia, lussuosa ammiraglia della flotta Costa Crociere, miraggio atteso per mesi da tantissimi turisti di tutta Europa che sognavano di passare una settimana di relax solcando i mari del Mediterraneo. Per i quattromila passeggeri questo miraggio si è infranto nella maniera più drammatica che si possa immaginare e la tragedia è sotto gli occhi di tutti.
A bordo della nave Concordia c’era anche una famiglia di Nettuno che ha accettato di parlare con Inliberauscita.it dei difficili momenti vissuti a bordo: Vincenzo Forcina, la moglie Elisabetta Gervasi, i loro due figli di 12 e 16 anni insieme alla nipotina di 14.
“Siamo stati protagonisti di una serie di colpi di fortuna, poteva andare molto peggio, ma ci ha detto più che bene – esordisce Vincenzo – Noi eravamo appena andati nel ristorante, avevamo prenotato il secondo turno di cena, i ragazzi erano in giro per la nave da soli ed hanno fatto giusto in tempo ad arrivare al ristorante quando è cominciato tutto… sarebbero bastati pochi minuti e ritrovarsi uniti sarebbe stato difficile!“.
Nonostante tutte le difficoltà passate, sono scossi ma tranquilli:”Ci eravamo imbarcati proprio quel giorno a Civitavecchia, questa era la nostra seconda esperienza di crociera, la prima sulla nave in questione. Al ritorno dalla precedente, eravamo talmente entusiasti che ci siamo subito riprenotati. Dopo un anno di lavoro duro ci saremmo permessi il lusso di staccare un po’ la spina in questa settimana a bordo della nave, però le cose sono andate diversamente…“. Elisabetta ci racconta poi di quella città galleggiante, talmente grande che sembrava inaffondabile:”Saliti a bordo subito abbiamo cominciato a girovagare per la nave, non volevo sbarcare col rimpianto di non avere visto tutti gli angoli della Concordia! Siamo andati immediatamente a visitare la Cappella che nella nostra precendete crociera non avevamo visto, il tempo di fare due passi e sistemarci, poi siamo andati al ristorante. Una volta tornati i ragazzi, abbiamo fatto appena in tempo ad ordinare che si è sentita una brusca frenata, come se ci si fosse insabbiati, i primi piatti hanno cominciano a cadere dai tavoli, ma nessuno ha pensato ad un fatto tanto drammatico. Pochi istanti dopo la nave ha iniziato a piegarsi seriamente su di un lato. Nella sala ha cominciato a serpeggiare il panico : gente che piangeva, stoviglie e piatti che volavano…. dagli oblò del ristorante si vedevano gli scogli, la nave sembrava stare ferma. A quel punto è arrivato il primo blackout, siamo andati subito in cabina a prendere i giubbotti salvagente e ci siamo recati immediatamente al ponte 4 dove erano le scialuppe.”
Un altro colpo di fortuna è arrivato per i nostri ospiti a questo punto:”Nessuno ci ha detto di andare alle scialuppe! Per fortuna noi avevamo fatto un’altra crociera e ci ricordavamo abbastanza bene le norme e le procedure di sicurezza che ci erano state spiegate allora. In genere entro le 24 ore dall’imbarco ci dovrebbe essere la presentazione del piano di sicurezza, poi nel secondo giorno si fa l’esercitazione di evacuazione. Dall’imbarco però nessuno ci ha spiegato proprio nulla, abbiamo fatto di testa nostra ed a quanto pare abbiamo fatto bene! I megafoni ed il personale ci dicevano di stare tranquilli che era solo un problema tecnico, secondo loro saremmo dovuti rimanere in cabina! Chi stava in teatro ad esempio è rimasto li dentro oltre un’ora! Hanno perso moltissimo tempo! Le procedure di emergenza sono cominciate con molto ritardo, praticamente a ridosso dell’ordine di calare le scialuppe, fossero partite prima forse il bilancio delle vittime sarebbe stato meno drammatico! L’imbarcazione era inclinata dal lato verso il mare; mentre eravamo già sul ponte la nave si è piegata bruscamente sul lato opposto [quello verso terra, come è visibile nelle immagini ndr]. A questo punto le scialuppe sull’altro lato erano inservibili! Ed il Comandante in tutto questo dove era? Non ha neanche mai preso il microfono in mano per tranquillizzare i passeggeri, almeno questo ce lo saremmo aspettato!”
Vincenzo poi ammette:”Il momento peggiore di tutti è stato nella scialuppa! È stato drammatico: il barchino scendendo sbatteva sulla fiancata della nave, vi si impigliava, ad un certo punto stavamo quasi per finire ribaltati! Arrivati in acqua abbiamo corso il rischio di essere risucchiati nello squarcio causato dagli scogli, ma il personale di bordo è stato bravissimo ad evitare il peggio e dopo qualche minuto eravamo sulla terraferma. Subito siamo stati accolti dentro una scuola, ci hanno dato coperte, acqua e biscotti portati direttamente dai residenti. Il Comune poi ha fatto aprire un bar ed una edicola per poter prendere qualcosa di caldo ed utilizzare i servizi igienici, garantendo inoltre l’utilizzo del bar per chi fosse sbarcato senza soldi. In tutta onestà devo riconoscere che l’emergenza a terra è stata gestita molto bene. Poi prima dell’alba ci sono stati messi a disposizione dei traghetti per andar via dall’isola. Allo sbarco siamo stati accolti dalla Protezione Civile che aveva montato un campo attrezzato per l’accoglienza, poi siamo riusciti a prendere un pullman che ci ha riportato a Civitavecchia dove abbiamo potuto prendere la nostra auto per tornare a casa.”
Poi il discorso si concentra sulla discussa figura del Comandante Schettino, c’è incredulità nelle parole di Vincenzo:”Non riesco a provare odio verso questa persona, più che altro mi chiedo cosa volesse dimostrare con una manovra tanto azzardata! Chissà quante volte aveva già fatto questa “bravata”. Comunque, prima di puntare il dito, bisogna aspettare che la legge faccia il suo corso e che venga giudicato, solo dopo si saprà veramente come sono andate le cose”. “L’errore di una persona – prosegue Elisabetta – stava per mettere a repentaglio la vita dei miei figli e di mia nipote, oltre che la nostra! Pensare che la spavalderia di un uomo che ha la responsabilità di migliaia di persone possa spingersi fino a mettere in pericolo, tutti mi fa provare una grande rabbia!”
La commozione arriva quando si parla di chi non ce l’ha fatta:”Rivedere quelle immagini oggi in televisione fa rivivere l’ansia di quei momenti, poi il pensiero va alle vittime, a chi è stato meno fortunato di noi, sono momenti di grande commozione“.
Vincenzo ci lascia con un commento sulla grande attenzione dedicata da tutto il mondo alla tragedia:”Abbiamo visto con piacere che tutti hanno seguito con grande interesse e partecipazione questa vicenda. Abbiamo capito di avere molti più amici di quanti credessimo, in tantissimi ci hanno manifestato la loro vicinanza, attenzioni arrivate anche da chi proprio non ci aspettavamo“.