Sinistra Italiana denuncia con forza la disastrosa situazione della sanità ad Aprilia. “Una città, ricordiamolo, che è la quarta città del Lazio per abitanti non può avere un servizio sanitario complessivo che sarebbe stato insufficiente già venti anni fa con metà popolazione. Sappiamo bene – dice Maurizio Marinozzi, Coordinatore circolo “Cosimo Bufano” – che non tutto è riconducibile a incuria o disinteresse a livello locale. La sanità, come e, forse più, di altri servizi pubblici ha risentito delle politiche neoliberiste portate avanti dai vari governi che, con l’alibi del contenimento del debito pubblico stanno operando un’operazione strisciante ma chiara, di demolizione del sistema sanitario pubblico, a favore di quello privato. Nello specifico ad Aprilia, oltre a non aver aumentato il livello dei servizi in relazione all’aumentare della popolazione, abbiamo assistito ad un progressivo ma continuo decadimento del livello e del numero delle prestazioni e degli specialisti presenti. Le liste d’ attesa per esami diagnostici e visite, anche con carattere d’urgenza, arrivano, ormai, anche ad un anno o più con conseguente ricorso alle strutture private (per chi può) o la rinuncia alla cura per chi non ne ha la possibilità. La disastrosa situazione della nostra Asl è ben nota a tutti coloro che hanno la sventura di dovervi ricorrere. Dei profili specialistici che dovrebbero essere presenti risultano essere più quelli mancanti e, quelli operativi, spesso lo sono in forma limitata e totalmente insufficiente. Blocco del turn over con conseguenti riduzioni del personale, trasformazione delle Asl, e del servizio sanitario nazionale in genere,, in aziende tese al massimo risparmio, più che all’erogazione del servizio, sono le principali, anche se non uniche, responsabili dell’attuale situazione. In tutto questo rimangono sullo sfondo, ma sono presenti, anche le responsabilità di chi ha amministrato e, continua ad amministrare la .nostra città. Giunte che si sono caratterizzate per una passione sfrenata per uno sviluppo urbanistico (speculazione?) che negli anni ha aumentato notevolmente il numero degli abitanti, disinteressandosi troppo spesso delle ricadute negative sui servizi tra cui quello dell’assistenza sanitaria. Sappiamo che le politiche generali e quelle portate avanti anche dalla Regione Lazio, non favoriscono una facile inversione di tendenza ma, crediamo che i risparmi sua sanità e sulla salute siano tra le scelte più odiose che un qualsiasi amministratore pubblico possa fare. Chi ricorre al servizio sanitario nazionale in genere lo fa perchè in situazione di debolezza e precarietà sia fisica che psicologica e,troppo spesso, anche economica. Il diritto alla salute è un principio sancito in Costituzione, quella stessa che abbiamo contribuito a salvare con il voto del 4 dicembre e tale deve rimanere. E’ inammissibile che una città come Aprilia sia sfornita di un ospedale pubblico ed è costretta a sperare, sempre, che venga rinnovata la convenzione con la Clinica privata. Che non abbia una ASL all’altezza del suo territorio. Che il consultorio manchi di locali idonei allo svolgimento del servizio e di specialisti, pur previsti dalla legge, oltre ad essere sottodimensionato rispetto alla legge che ne prevede uno ogni 20mila abitanti. Che un servizio di tutela salute mentale e riabilitazione in età evolutiva (TSMREE), fondamentale manchi di figure fondamentali come lo psicologo per la prima diagnosi e il percorso terapeutico e l’assistente sociale.
Vista la situazione riteniamo necessario un impegno da parte nostra per seguire con più attenzione la questione sanitaria sul territorio e, ci impegniamo, fin da ora, a organizzare un convegno sul tema nel prossimo mese di settembre cui chiameremo al confronto personalità che operano nel settore.
Si ringrazia per la collaborazione e i dati forniti Il Tribunale per i diritti del Malato di Aprilia”.