Spese scolastiche, metà degli italiani non sa di poterle detrarre

Quasi un italiano su due non sa di poter detrarre il 19% delle spese per la scuola dei figli. Il dato emerge dal nuovo Osservatorio mensile di Findomestic, realizzato in collaborazione con Doxa. “Il 41% degli intervistati -afferma Claudio Bardazzi, responsabile dell’Osservatorio della società di credito al consumo del gruppo Bnp Paribas- non è conoscenza dell’agevolazione fiscale e l’8% sceglie consapevolmente di non approfittarne. La detrazione è applicabile a una spesa massima di 717 euro e gli studenti di ogni ordine e grado in Italia che possono usufruire della detrazione sono oltre 8 milioni, nelle casse dello Stato rischiano perciò di rimanere centinaia di milioni di euro che le famiglie potrebbero recuperare”.

Anche le aziende intervengono sempre più spesso a favore delle famiglie con figli attraverso iniziative di welfare orientate a sostenere le spese scolastiche: una possibilità sfruttata dal 17% degli intervistati da Findomestic a fronte del 13% che non ne usufruisce pur avendone l’occasione. Il 46% vorrebbe avere questo genere di opportunità ancora non offerta dalla propria società mentre solo il 5% preferirebbe comunque altre iniziative di welfare aziendale.

Le spese scolastiche detraibili 2018 , sulla base dei chiarimenti intervenuti nei mesi scorsi dall’Agenzia delle entrate con due circolari 3/E e 18/E, sono:

  • Tssa di iscrizione o frequenza;
  • La spesa mensa, anche quando il servizio di mensa è reso dal Comune o da altri soggetti, compresa l’assistenza al pasto e il pre e post scuola. Non sono spese detraibili, quelle sostenute per lo scuolabus, cancelleria e testi per la scuola secondaria.
  • Contributi obbligatori o il contributo volontario;
  • Erogazioni liberali deliberati dagli istituti scolastici e finalizzati alla frequenza scolastica, a patto che abbiano obiettivi diversi dalle donazioni alle scuole dirette all’innovazione tecnologica, all’edilizia scolastica o all’ampliamento dell’offerta formativa, per le quali vige la detrazione 19% senza soglia massima.

Ricordiamo, inoltre, che per documentare la spesa per la frequenza scolastica, occorrono le ricevute di pagamento, come ad esempio bollettini postali o bonifici, oppure, una certificazione della scuola, del Comune o della società esterna che ha incassato l’importo. Per i figli più piccoli che frequentano l’asilo nido pubblico o privato o le cd. sezioni primavera, le spese per la retta, sono detriabili al 19% per un masismo di 632 euro per ciascun figlio.

 

Fonti: adnkronos e guidafisco.it