I Sindaci delle grandi città sfidano il governo: continueremo a registrare i figli delle coppie omogenitoriali

Una scelta di campo netta: contrastare le discriminazioni e garantire pienamente i diritti dei figli delle coppie omogenitoriali. I sindaci di sette grandi città d’Italia – Roma, Milano, Napoli, Torino, Firenze, Bologna, e Bari- non hanno intenzione di seguire la linea del governo sulla faccenda dei figli di due mamme. In una nota, in cui chiedono un incontro urgente al premier Giorgia Meloni e al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, annunciano che continueranno a riconoscere i matrimoni gay e a trascrivere i certificati di nascita costituiti all’estero con due mamme, ad esclusione di quelli riconducibili a una gestazione per altri che è vietata dalla legge.

“IL RICONOSCIMENTO DEI FIGLI DELLE COPPIE GAY NON PUÒ PIÙ ATTENDERE”

A prendere posizione, in una nota congiunta, sono i sindaci di Roma Roberto Gualtieri, di Milano Beppe Sala, di Napoli Gaetano Manfredi, di Torino Stefano Lorusso, di Bologna Matteo Lepore, di Firenze Dario Nardella, di Bari Antonio Decaro. Che scrivono: “L’esperienza quotidiana delle amministrazioni locali dimostra che esistono domande di tutela alle quali non si riesce a dare adeguata risposta. La vita famigliare delle persone LGBT+ risulta, nell’assetto normativo attuale, non ancora compiutamente riconosciuta, generando disparità di trattamento nel quadro dell’Unione Europea. Per questo consideriamo fondamentale contrastare ogni discriminazione e garantire pienamente i diritti dei figli delle coppie omogenitoriali, e sentiamo forte la necessità di azioni comuni che vogliamo condividere con i Sindaci di ogni orientamento politico”. E ancora: “I principi costituzionali di uguaglianza e di tutela della dignità della persona devono guidare il Legislatore verso alcuni passi non più rinviabili quali: il riconoscimento anagrafico dei figli e delle figlie delle coppie omogenitoriali; il matrimonio egualitario con il conseguente accesso alle adozioni così come previsto per le coppie eterosessuali”.

 

Fonte agenzia Dire