Supermercato, parcheggi e uffici comunali, questo in futuro su quel che rimane della Montagnola. Le varianti al PRG che riempiono di cemento gli ultimi scampoli di verde rimasto
Il luogo di gioco di intere generazioni di nettunesi tra poco sparirà del tutto, al suo posto sorgeranno: supermercato, parcheggi e uffici comunali. Se la ricordano soprattutto i ragazzi di un tempo, quelli dai 50 anni in su, quella collinetta alla periferia di Nettuno luogo di scorribande e di avventure. Già deturpata e tagliata in tre parti con la costruzione delle palazzine tra via lombardia e lo stradone di via Ugo La Malfa da una parte, e il complesso commerciale Le Vele dall’altra. Quel che rimane della Montagnola, un “montarozzo” con una macchia di verde e un rudere sopra, tra poco saranno spianati. Il 22 marzo scorso con la Determina n.13 urb, Settore Urbanistica, avente per oggetto: Programma Integrato di intervento ai sensi della Legge regionale 22/97, in variante la piano regolatore vigente, per la riqualificazione urbanistica del comprensorio sito in Via Ugo La Malfa. Delibera di Consiglio Comunale n.21 del 10.04.2013. “Si prende atto della conclusione del procedimento tecnico/amministrativo in merito al programma integrato, ai sensi della Legge Regionale 22/97, per la riqualificazione urbanistica del Comprensorio sito in Via Ugo La Malfa“. Zona L1 destinata dal PRG a Servizi Pubblici. Nella citata delibera del consiglio Comunale si legge: “Descrizione della proposta urbanistica presentata: la proposta progettuale si fonde su due aspetti da una parte la possibilità di realizzare da parte del privato dei servizi privati (la zona prevede servizi pubblici) in cambio di una porzione destinata a servizi pubblici da cedere gratuitamente all’amministrazione comunale, in conformità alla legislazione vigente relativamente ai programmi integrati di intervento, cercando di riqualificare un’area degradata. (….) e più avanti …..La proposta prevede la realizzazione dei fabbricati A e B per complessivi metri quadri 1007, 38 mentre l’edificio C, sviluppa una superficie di metri quadri 547, 18 da cedere al Comune per una superficie complessiva di metri quadri 1554,56, per volume totale mc. 5.758,81. C’è da sottolineare che la variante al PRG prima di arrivare in Consiglio, fu vagliata e approvata dalla Commissione Urbanistica del 12 dicembre del 2012. Presieduta dall’Assessore Ferrazzano, presente il Sindaco Chiavetta e il Dirigente all’urbanistica Capocaccia, approvata dai consiglieri di maggioranza e opposizione, con il voto contrario del consigliere Vettori, che mise a verbale la sua contrarietà alla variante.
Certo, non si può contestare il diritto di un privato cittadino, proprietario di un terreno, di proporre al Comune una variante, per cercare di realizzare il massimo profitto. Ma definire come “degradata” e quindi “da risanare”, come è riportato in delibera, un’area verde con alberi ad alto fusto (querce e alberi di pino), incastrata tra asfalto e cemento, da il senso di come la politica, tutta, in questi anni ha tenuto in considerazione la salvaguardia del territorio.
Con l’equazione (verde= degrado, da riqualificare con cemento e asfalto). Considerando le piccole aree verdi non ancora edificate solo dei “buchi” nelle tavole del PRG, da riempire di costruzioni.
E non è la sola operazione urbanistica approvata negli ultimi anni con largo consenso di maggioranza e opposizione.Come ad esempio la delibera n.19 del 07/08/2014 del Consiglio Comunale per un “Programma di intervento (…)” , in località Cioccati, presentato da un noto medico della città che, sui suoi terreni, propone di realizzare 25 mila metri di costruzioni di cui 10 mila mc da destinare a Polo sanitario (una clinica privata) e 15 mila mc da destinare ad edilizia residenziale ( 13.800 mc. ad uso privato e 1.200 mc. da cedere al Comune per housing sociale) più strade e parcheggi. In una zona destinata una parte a verde pubblico dal PRG, e una parte sottoposta a vincolo della fascia di rispetto dei corsi d’acqua pubblici relative al fosso dei Tinozzi-Cacamele. Sia in commissione urbanistica che in Consiglio (l’opposizione non si presenta) nessuno osa dire niente contro, ne sulla Clinica, che ci potrebbe pure stare, ma neanche sul residenziale in zona destinata a parchi pubblici ed eventuali attrezzature sportive e ricreative.
Ripeto il privato ha tutto il diritto di provare a far cambiare la destinazione urbanistica di un terreno per aumentarne il valore e realizzare un guadagno, ma la politica che esercita il potere amministrativo ha il dovere di fare l’interesse collettivo. Oggi giorno l’urbanistica delle nostre città è definita dall’interesse privato attraverso le manifestazioni d’interesse (dei privati) appunto, sulla base di un a principio “legittimo” (ma non per questo ragionevole) di sfruttamento del suolo atto a perseguire aspirazioni di carattere speculativo, mentre l’interesse pubblico è raramente preso in considerazione.
Purtroppo questi argomenti interessano poco in campagna elettorale, dove slogan e proposte fumose la fanno da padrone. Le scelte e i comportamenti dell’essere umano, infatti, oggi sono dettate da una ridotta visione sul futuro. Io continuo a sognare una città dove il cittadino elettore, prima di votare chieda conto, ai vari candidati sindaci e consiglieri, come abbiano votato in occasione di scelte importanti, e a vecchi e nuovi candidati quale idea di città propongono per il futuro di Nettuno.