Fassina entrerà nel Consiglio Comunale della Capitale, andrà a votare al ballottaggio
Stefano Fassina, classe 1966, nato a Roma, cresciuto a Nettuno. Moglie di Anzio e tre figli. Un ragazzo di provincia come tanti, mamma casalinga, papà falegname, votavano Pci. Cattolici. Deputato di Sinistra Italiana, e candidato a Sindaco della Capitale alle elezioni di domenica scorsa. In un’intervista al “Manifesto” dice: “Il risultato non è soddisfacente“ammette Stefano Fassina alla sala stampa di Montecitorio, dov’è tornato a fare le sue conferenze stampa dopo più un mese in cui ha fatto base a Torpignattara, dov’era il suo comitato elettorale da candidato sindaco. Parla del suo 4,47 per cento a Roma, che tradotto in voti sono 52mila. “Oggi possiamo dire che a Roma la sinistra c’è e ha le basi per poter crescere. Di fronte all’ondata del voto grillino abbiamo messo al riparo un patrimonio importante di uomini e donne e di cultura politica. Però alla fine il grosso di questa domanda è stato largamente intercettato dal Movimento 5 Stelle“. Non darete nessuna indicazione di voto per i ballottaggi? “La priorità che noi abbiamo assegnato alle questioni sociali, la disuguaglianza, la precarietà del lavoro, la povertà, non le ritroviamo in nessun altro candidato. Escludo ogni ipotesi di apparentamento, né con Giachetti né con Raggi che del resto non è mai stato nelle nostre prospettive. Ma certo noi per codice genetico siamo sempre convinti della necessità di votare“.