I comuni che vogliono la ripublicizzazione del servizio dichiarano guerra al socio privato
E’ salvo il bilancio consuntivo 2015 di Acqualatina. Il documento è stato approvato in prima convocazione con il 60,79% delle azioni e, più precisamente, dal socio privato, Idrolatina, e dai sindaci dei comuni a guida Forza Italia e centrodestra: Fondi, Gaeta, Sperlonga, Anzio, Itri, Giuliano di Roma, Monte San Biagio e Roccamassima. Ma l’assemblea di ieri segnala frattura definitiva tra il socio privato, che ha abbandonato l’aula al momento di discutere il documento dei Comuni amministrati da: Pd, civici, Fratelli d’Italia e M5S.
Se i rappresentanti delle amministrazioni di centrosinistra hanno votato – come da previsione – contro, determinante per l’approvazione del consuntivo è stata l’abbandono della seduta dei sindaci dei comuni più popolosi e gravati dal pesante pegno con l’istituto di credito irlandese Depfa Bank: Latina, Cisterna, Minturno, Terracina e Lenola.
I sindaci di centro-sinistra, in segno di protesta, hanno annunciato che non parteciperanno più a questo tipo di sedute. La loro battaglia per la ripubblicazione dell’acqua sarà spostata in seno all’Ato 4, di cui chiederanno più controlli e vigilanza, esercitando una prelazione sulle quote destinate ad Acea e trovando i fondi per liquidare il 49% detenuto da Idrolatina.
Hanno votato no i sindaci di Formia, Norma, Roccagorga, Sezze, Cori, Priverno, Castelforte, Roccasecca, Sermoneta, Amaseno. A favore: fondi, Gaeta, Sperlonga, Anzio, Giuliano di Roma, Monte San Biagio, Rocca Massima, Vallecorsa, Itri. Mentre Nettuno non ha partecipato alla votazione.