Si è conclusa la tappa anziate del Pellegrinaggio del Crocifisso di San Damiano, un’iniziativa dell’Ordine Francescano Secolare del Lazio che sta toccando tutte le fraternità francescane laziali. Una copia dell’icona che si trova attualmente presso la Basilica di S. Chiara in Assisi e che anticamente si trovava presso la chiesetta assisana di S. Damiano, dopo essere stata benedetta da Papa Francesco ha iniziato il suo itinerario e ha toccato diverse località prima di approdare ad Anzio presso la Chiesa Madre dei Ss. Pio e Antonio retta dai Frati Minori Conventuali. Il Crocifisso di S. Damiano riveste un’importanza fondamentale nella vocazione di S. Francesco di Assisi ed è per questo motivo che si è deciso per questo pellegrinaggio. Portare, attraverso il Crocifisso di Francesco di Assisi un messaggio di amore verso Gesù, di pace interiore e esteriore, di armonia con il creato è la finalità ultima di questo pellegrinaggio unita alla possibilità di pregare davanti a questa icona che, attraverso il messaggio dato al poverello di Assisi, continua a interpellare il cuore degli uomini. Durante tutta la settimana sono stati tanti i momenti di preghiera e di meditazione avuti da vari gruppi e associazioni parrocchiali e delle altre realtà parrocchiali cittadine. Scoprire i significati dei personaggi dipinti, oltre al Cristo crocifisso, e i messaggi evangelici e di fede che da essi si propagano, è stato un dono che tantissimi, durante la settimana, hanno potuto ricevere e che si sono sentiti in dovere di diffondere e riportare nelle proprie comunità ecclesiali. Grazie alla Fraternità dell’Ordine Francescano Secolare di Anzio e grazie ai Frati minori conventuali e al parroco P. Francesco Trani, Anzio ha potuto vivere una settimana davvero importante sotto l’aspetto della preghiera comunitaria in tempo di quaresima, ma anche sotto l’aspetto di conoscere un’icona, quella del Crocifisso di San Damiano, che continua a parlare ancora oggi a tanti uomini e donne nel mondo. Il Crocifisso di S. Damiano poi, da Anzio è stato trasferito a Nettuno dove è rimasto qualche giorno presso la Chiesa di S. Francesco, prima di proseguire il suo pellegrinaggio.