Le origini storiche del fumetto nel mondo si prestano a diverse interpretazioni, ma in Italia, la nascita del fumetto è ufficialmente il 27 dicembre 1908, giorno in cui uscì il primo numero del Corriere dei Piccoli, supplemento domenicale illustrato del Corriere della Sera.
All’inizio i fumetti uscirono senza balloon (la nuvoletta dove sono scritti i dialoghi), ma semplicemente con la didascalia in basso. Data la mancanza di libri per l’infanzia Il fumetto era visto come puro strumento educativo, atto a contribuire alla formazione dei giovani ragazzi. Al fianco dei fumetti d’importazione esce “Bilbolbul” di Antonio Mussino, primo fumetto italiano che narra le surreali avventure di un negretto che cambia colore a seconda delle emozioni che prova. Altro fumetto storico che è stato pubblicato sulle pagine del Corriere dei Piccoli è il “Sig. Bonaventura” del 1917 di Sergio Tofano, personaggio clownesco e sfacciatamente fortunato.
Il fumetto negli anni venti in Italia, a differenza dell’America dove mirava a un lettore adulto, era un prodotto dedicato ai ragazzi, nelle edicole italiane a febbraio del 1923 compare “Il Balilla”, giornalino a fumetti propagandistico in forte concorrenza con “il Corrierino”, dal quale infatti prese ispirazione per la grafica, e che propose nuove storie incentrate sui primi eroi del fumetto italiano.
Pochi mesi più tardi uscì “Il Giornalino” un altro concorrente di forte ispirazione cattolica. Altre pubblicazioni dell’epoca furono: “Marmittone” (1928) e “Sor Pampurio” (1929).
Negli anni 30 l’influenza e la crescente popolarità porta all’uscita del primo settimanale italiano a fumetti “Jumbo”, apparso in edicola il 17 dicembre 1932, il quale pubblicava storie a puntate di produzione inglese e propose una convivenza tra la vecchia didascalia e il ballon.
Il 31 dicembre dello stesso anno, considerata la crescente notorietà dei personaggi disneyani, l’editore Nerbini pubblicò il primo numero Di “Topolino”. In seguito con la pubblicazione de “L’Avventuroso” che elimina le didascalie a favore dei ballons inizia una prima invasione di fumetti e personaggi americani in special modo su testate periodiche come “L’Audace” e “L’Intrepido”. Nel ’36 nasce “Il Vittorioso” che tenta una risposta nazionalistica. Nel ‘38 la censura ai fumetti americani lascia spazio ai primi eroi nostrani, ma si ha il definitivo abbandono delle didascalie a favore dei più moderni ballons. Appaiono anche i primi fumetti di fantascienza genere che spesso è impropriamente considerato di serie B.
Nel dopoguerra la produzione del fumetto riprese vigore ma alla figura del supereroe, troppo vicina a quella del “superuomo”, fu sostituita la figura del giustiziere dall’identità segreta, eroe umano mascherato. Incominciò a imporsi anche l’immagine della donna aggressiva e provocante.
Nasce in questo periodo una lunga lotta con la censura che colpisce abbigliamento e linguaggio e che metterà continuamente in cattiva luce questo strumento letterario di narrazione, insieme a questo conflitto nascono fumetti come “Asso di Picche”, “Misterx”, (1945), “Amok”, “Gim Toro”, (1946), “Pantera Bionda”, “Tex” (1948), “Pecos Bill” (1949).
Continueremo con la prossima uscita una carellata storica di fumetti fino ai giorni nostri per poi discutere di alcune tematiche, magari con l’aiuto dei lettori che vorranno commentare.
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