Relazione Commissione Antimafia: “assai preoccupante la situazione a Nettuno e Anzio”

    Questo è l’estratto della parte riguardante i comuni di Anzio e Nettuno della relazione finale della Commissione Parlamentare antimafia. In una parte della relazione si legge che:”appare pertanto auspicabile svolgere quanto prima una nuova valutazione, complessiva ed approfondita, della situazione della legalità nel comune di Anzio, al fine di verificare compiutamente la sussistenza degli elementi di legge per nominare una commissione d’accesso in seno al comune, ai sensi dell’articolo 143 del TUEL

    CAMERA DEI DEPUTATI SENATO DELLA REPUBBLICA
    XVII LEGISLATURA
    Doc. XXIII
    n. 38
    COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SUL FENOMENO
    DELLE MAFIE E SULLE ALTRE ASSOCIAZIONI CRIMINALI,
    ANCHE STRANIERE
    (istituita con legge 19 luglio 2013, n. 87)

    “Al confine con la provincia di Latina, assai preoccupante è la situazione nei comuni di Nettuno e Anzio, nella parte meridionale della provincia di Roma.
    Le due città, con una presenza demografica ben superiore ai 100 mila abitanti, due porti, chilometri di spiaggia, in estate diventano succursale della capitale in termini di soggiorni balneari.
    Vi si registra una forte presenza di comunità calabresi. In una sentenza del 2015, il tribunale di Roma descrive il territorio come una roccaforte attiva da quasi mezzo secolo, centro logistico del traffico di cocaina, lo snodo che porta alle piazze della coca dei quartieri est di Roma, quelli delle “Torri”, borgate difficili dove lo spaccio delle sostanze stupefacenti è una delle poche leggi che tutti rispettano. La “’ndrangheta capitale” ha la sede principale in questi territori, tra il grattacielo “Scacciapensieri” e le spiagge confiscate, nelle strade che portano dal vecchio borgo marinaro di Nettuno alle strade desolate tra Lavinio, Anzio e Ardea. In questi territori opera in particolare una locale di ‘ndrangheta riferibile al clan Gallace, originario di Guardavalle in provincia di Catanzaro101. Il clan Gallace, insediato lì da almeno trent’anni, ha saputo intessere, negli anni, un reticolo di relazioni con esponenti della malavita locale sia nelle realtà di Anzio e Nettuno, sia nella realtà di Aprilia, sia nelle principali piazze di spaccio della capitale come San Basilio. Il più importante processo contro il clan Gallace, il cosiddetto procedimento Appia, si è celebrato con enormi difficoltà innanzi al tribunale di Velletri con un dibattimento, assai lungo, che si è concluso, sette anni dopo l’iniziale rinvio a giudizio, con pesanti condanne per il delitto di associazione di tipo mafioso e associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Allo stato è in corso il processo d’appello; gli imputati sono in libertà ad eccezione di quelli coinvolti in altri procedimenti penali.
    La consorteria criminale dei Gallace è arrivata a condizionare anche l’attività degli enti locali come attesta lo scioglimento per condizionamento da parte della criminalità organizzata, del consiglio comunale di Nettuno nel 2005. Il territorio compreso tra Anzio, Nettuno e Ardea risulta essere caratterizzato dal radicamento del clan calabrese dei Gallace “per effetto della presenza massiva e ramificata di numerose famiglie appartenenti al medesimo locale”102. Inoltre numerose indagini delle DDA di Roma, Milano, Catanzaro e Reggio Calabria hanno attestato l’operatività e la potenza del clan Gallace negli scenari criminali della Calabria, del Lazio e della Lombardia.
    A più riprese sono state segnalate all’attenzione della Commissione le criticità della situazione di Anzio, in particolare: la posizione di alcuni consiglieri comunali, tra questi in

    101 Cfr. Relazione del Ministro dell’interno al Parlamento, attività svolta e risultati conseguiti dalla DIA, gennaio-giugno 2017 (Doc. 1731.1).
    102 Sentenza emessa in data 27 ottobre 2015 dal GUP di Roma Giacomo Ebner nei confronti di Gallace Bruno e altri.
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    particolare quella di Pasquale Perronace, fratello di Nicola Perronace, pregiudicato, elemento di spicco del clan Gallace imputato per articolo 416-bis del codice penale, poi morto per cause naturali; i molteplici lavori assegnati senza gara alla società Centro servizi immobiliari di Domenico Perronace, nipote del consigliere comunale di maggioranza Pasquale Perronace e del defunto Nicola Perronace, da parte dell’amministrazione comunale di Anzio, l’ultimo dei quali nel 2016; le vicende interessate dal procedimento penale denominato “Mala Suerte”, della procura di Velletri che nel maggio 2016 ha condotto all’arresto di diversi pregiudicati che operavano nella zona di Anzio, tra i quali spicca Roberto Madonna (già colpito da misure cautelari per estorsione aggravata, spaccio di droga ed altri gravi delitti), detto anche il “re di Lavinio”
    103.
    L’attenzione per la situazione di Anzio era emersa sia nel corso della prima missione a Latina del 12 dicembre 2014, sia successivamente nelle missioni a Roma del 30 maggio 2017 e a Ostia del 5 dicembre 2017, quest’ultima intervenuta all’indomani dell’esecuzione della misura cautelare, nell’ambito dell’operazione “Evergreen”, disposta a carico di Placidi Patrizio, ex assessore all’ambiente del comune di Anzio, del dirigente dell’ufficio ambiente Walter dell’Accio (il tribunale del riesame ha annullato la misura cautelare nei confronti del dirigente), del funzionario comunale Marco Folco e dell’imprenditore Romeo Caronti, in cui si riferisce altresì di un incontro tra Madaffari Giacomo, noto pregiudicato di origine calabrese già sottoposto a misura di prevenzione personale, e l’assessore Placidi avvenuto in maniera riservata e con l’utilizzo di appositi pizzini104.
    Nel complesso si può dire che nel territorio di Anzio e Nettuno ci si trova di fronte ad un quadro variegato e composito, dove logiche criminali, strutture mafiose tra loro indipendenti e variabili culturali si alternano e si mescolano in una pluralità di relazioni tutte meritevoli di ulteriori approfondimenti.

    103 V. la risposta fornita dal sottosegretario di Stato per l’interno Bocci il 13 aprile 2017 in risposta all’interrogazione 4-06364 presentata dal sen. Fattori ed altri su infiltrazioni criminali di stampo mafioso nel territorio di Anzio (Roma): “D’altra parte, è stato rilevato che nel maggio 2016 il commissariato di pubblica sicurezza di Anzio-Nettuno, nell’ambito dell’attività di indagine denominata ‘Mala suert’” e in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dalla procura della Repubblica di Velletri, ha tratto in arresto 14 persone, per lo più pregiudicati locali, per reati in materia di stupefacenti. Due degli arresti hanno riguardato persone indagate per estorsione in danno dell’impresa che da anni gestisce ad Anzio il servizio di parcheggio delle autovetture dei turisti diretti a Ponza. In tale ambito, è stato rilevato come uno dei passaggi dell’ordinanza di custodia cautelare riporti una dichiarazione della titolare dell’impresa che gestisce il parcheggio, relativa al ruolo che sarebbe stato giocato nella vicenda dal vicesindaco di Anzio Giorgio Zucchini. Al riguardo, va osservato comunque che, secondo quanto risulta agli atti istruttori, l’indagine non ha coinvolto direttamente esponenti politici o amministratori locali”.
    104 L’ordinanza di misura cautelare eseguita il 4 dicembre 2017, vede gli imputati indagati per i reati di corruzione. In tale contesto si inserisce un incontro riservato tra Madaffari Giacomo e l’assessore Placidi, avvenuto addirittura con l’utilizzo di appositi pizzini. Nell’ambito della disposta perquisizione è stata rinvenuta, nella lussuosa abitazione del pregiudicato calabrese, una dichiarazione firmata dal consigliere comunale di Anzio Marco Maranesi in cui lo stesso dichiarava di aver ricevuto 30.000 euro in prestito dal Madaffari.
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    In ragione della gravità dei fatti segnalati e alla preoccupazione che possa restarne compromessa l’attività amministrativa dell’ente, la Commissione ha accolto con interesse le comunicazioni rese dal prefetto di Roma in ordine allo svolgimento di un attento monitoraggio sulla situazione del comune di Anzio
    105, all’attenta valutazione della situazione e alla costante e continua collaborazione e allo scambio di informazioni con la procura, con la Polizia, i Carabinieri e la DIA.
    Alla luce del quadro d’insieme dei documenti e degli elementi di informazione acquisiti dalla Commissione nel corso dei lavori, nonché dalle risultanze del processo “Mala Suerte”, e dell’inchiesta “Evergreen”, appare pertanto auspicabile svolgere quanto prima una nuova valutazione, complessiva ed approfondita, della situazione della legalità nel comune di Anzio, al fine di verificare compiutamente la sussistenza degli elementi di legge per nominare una commissione d’accesso in seno al comune, ai sensi dell’articolo 143 del TUEL.
    Nelle province di Latina e Roma si rinvengono infatti gli indicatori sintomatici di un’ingombrante presenza di più di una enclave criminale, attestata dall’aumento dei reati spia, quali incendi, attentati e intimidazioni ai danni di commercianti, di imprenditori e di pubblici amministratori.
    Tuttavia, la Commissione, nel corso della propria attività, anche in occasione della ricordata missione svolta a Latina106, ha rilevato i sintomi di una preoccupante sottovalutazione degli effettivi

    105 Audizione del prefetto di Roma Basilone del 30 maggio 2017. Il comune di Anzio è quello “per il quale si sono susseguiti maggiori segnalazioni di criticità”.

    Nelle province di Roma e Latina, in particolare nei comuni di Anzio, Aprilia e Pomezia, si registrano infine da anni, con preoccupante cadenza, attentati e atti intimidatori ai danni di commercianti, attività commerciali enti ed esponenti della pubblica amministrazione, non sempre denunciati”.